Vi racconto un canto: "La laine des moutons"

di Sergio Piovesan

Nei primi anni ‘50, all’inizio dell’attività del Coro Marmolada, entrò a far parte del nostro complesso un giovane che proveniva da Genova; aveva fatto parte del Coro Monte Cauriol, di quella città, studiava ingegneria e conosceva anche la musica. Stette poco a Venezia, perché, seguendo la famiglia, si trasferì altrove. Pur essendo stato una meteora nel "Marmolada", tuttavia lasciò il segno, o meglio, lasciò qualcosa che, ancor oggi, fa parte del repertorio del coro: si tratta dello spartito, scritto a matita, di un canto in patois, di una sola strofa, che lui aveva armonizzato. Un pezzo molto bello con un’armonizzazione semplice ma di molto effetto, dal sapore di musica antica, che sembra voler trasmettere le sensazioni delle alte vette. Il giovane di allora, oggi pensionato e residente in Germania, è Enzo Fantini che ha anche collaborato con noi di "Marmoléda", con alcuni articoli di ricordi e di esperienze musicali.

Il canto, però, aveva un unico difetto e cioè quello di essere molto breve perché formato da una sola strofa. Nel 1966 Lucio Finco decise di metterla in repertorio facendo completare il testo con un’altra strofa inventata da due giovani coristi di allora, Massimo Gemin ed Ugo Pomarici. (1)

"La laine des motons" può essere definito come un "canto di lavoro", perché presenta un particolare lavoro, quello dei tosatori di pecore che, nella seconda strofa "apocrifa", trovano un momento di gioia nel danzare, con leggiadre fanciulle, al dolce suono del violino.

Si sapeva che apparteneva all’area francofona ma non se ne conosceva l’esatta provenienza, anche perché non è stato mai trovato nei repertori di altri cori italiani; neppure Enzo Fantini aveva saputo fornire qualche notizia in più.

Il coro l’ha eseguito in concerto anche a Ginevra, in Savoia e nel Delfinato, ma anche in questi luoghi sembrava sconosciuto. E questo fino a qualche mese fa quando Enzo mi inviò fotocopia del testo e dello spartito di questo canto, tratto da un libro edito a Parigi ed intitolato "Jeunesse qui chante - Chansons anciennes harmonisèes", dove si scopre che le strofe sono molte di più (2) e che la regione di provenienza è l’Alvernia, nel Massiccio Centrale, regione ad economia, anche oggi, essenzialmente agricola, dove l’allevamento del bestiame, in particolare quello ovino, è una delle attività principali.

Naturalmente questa novità mi incuriosì ed allora utilizzando la "rete" (internet) ho cercato notizie nel "mondo digitale".

Interessando i siti italiani ho scoperto che il Coro Monte Cauriol è l’unico, oltre al Marmolada, ad eseguire questo canto, però con armonizzazione diversa. (3)

Sono passato quindi ai siti in lingua francese e qui ho fatto altre scoperte interessanti.

In primo luogo ho trovato conferma a quanto indicato nel libro francese e cioè che la sua provenienza è proprio l’Alvernia ed il testo è lo stesso. Ma in quasi tutti i siti è definito non come canto di lavoro ma come un allegro canto per bambini, quasi una filastrocca per accompagnare qualche gioco.

Ho trovato anche un’edizione con la sola prima strofa.

Ma forse la notizia più curiosa è quella che in molti siti, sempre in lingua francese, ho scoperto che "La laine des moutons" viene definito come "canto popolare canadese"(4). Naturalmente si riferisce alla parte francofona di questo stato ed il testo è lo stesso di quello proveniente dall’Alvernia.

Come si sa, però, i canti popolari, nel tempo, vengono anche modificati ed integrati prendendo da altri e questo è il caso di un’edizione, sempre sui siti francesi, in cui, alle originali prime tre strofe, se ne aggiungono altre, con metrica diver

sa, che raccontano di un lupo che prende quindici pecore alla pastora; intervengono quindi tre cavalieri che salvano le pecore e che, naturalmente, insidiano la pastora. Questa, però, resiste in quanto ha già chi l’ama. Come si può ben vedere, ... tutto il mondo è paese!!!

E concludo evidenziando un altra edizione completamente modificata, con lo stesso titolo ma con un testo completamente diverso che parla di guerre, armamenti, razzismo, bombe e di donne dell’Afghanistan.(5)

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NOTE:

(1) "Au douce son du violon / o jeune-fille o jeune-fille, / au douce son du violon / o jeune-fille dançons, /dançons, dançons ...."

(2) Le strofe sono sei: " La laine des moutons, / c’est nous chi la tondaine. / La laine des moutons, / c’est nous qui la tondons, / tondons, tondons, / la laine des moutaines, / la laine des moutons." Le altre strofe rispettano la stessa struttura modificando in ognuna il verbo:

" ... C’est nous qui la lavaine ....

... C’est nous qui la cardaine ...

... C’est nous qui la filaine ...

... C’est nous qui la vendaine ...

... C’est nous qui la chantaine ... "

(3) Armonizzazione Monte Cauriol

(4) Questa notizia conferma la teoria secondo la quale i canti popolari passano da un paese all’altro, da una vallata all’altra, da una regione all’altra, scavalcando anche gli oceani.

A volte si perde anche il luogo di nascita del canto stesso.

(5) Per chi volesse consultare il testo: http://www.lagauche.com

 

 

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