Adeste fideles
Adeste
fideles, laeti triumphantem, venite venite in Bethlem. Natun videte Regem angelorum. Venite adoremus Dominum. |
In
grege relicto, humiles ad cuna, vocati pastores adproperant. Et nos ovanti gradu festinemus. Venite adoremus Dominum. |
Aeterni
Parentis splendorem aeternum, velatum sub carne videbimus. Deum Infantem pannis involutum. Venite adoremus Dominum.
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Non
c'é Coro che non abbia nel repertorio natalizio questo antico
canto, almeno in una delle numerose armonizzazioni che ne sono
state fatte. E non c'é chiesa nella quale l'intera Assemblea non
lo canti a gran voce il giorno di Natale, mettendo magari qualche
"S" in più alla fine di ogni versetto.
Si
potrebbe quindi pensare che, oltre alla melodia, sia noto anche
il significato del testo latino. Non é proprio così.
Una
prima, veloce lettura ci porta solo ad una parziale comprensione,
ma un ulteriore approfondimento e soprattutto un'attenta
"costruzione diretta" ci fa scoprire qualcosa di più
nelle quattro strofe del canto.
La
prima parola "Adeste" grammaticalmente é un
Imperativo presente, che significa:"siate presenti,
avvicinatevi". Ma chi dà questo ordine o, se volete, chi fa
questa esortazione?
Un
angelo forse
che però subito dopo ci invita ad essere
gioiosi (laeti) e trionfanti.
Ed
é ancora un ordine quel reiterato , comprensibilissimo "Venite".
Non
altrettanto comprensibile, ma sicuramente più ordine che
esortazione quel "videte" (Imperativo presente),
che frettolosamente viene tradotto con un insulso
"vedete", come se nel testo fosse scritto "videtis"
(Indicativo presente), mentre il suo vero significato é
"ammirate" il nato Re degli Angeli, (natum videte
Regem Angelorum). Infatti non é possibile ordinare di
"vedere", mentre si può invitare ad
"ammirare".
La
seconda strofa offre altri spunti interessanti: non più ordini o
esortazioni, ma un invito all'osservazione dell'Evento, con un
testo così riordinato: "En vocati pastores, relicto
grege, adproperant ad humiles cunas", dove quell' "humiles"
potrebbe riferirsi a "pastores" (poiché
nell'accezione comune i pastori sono sempre umili), mentre invece
va riferito a "cunas", nome che in latino ha
solo il plurale. Ed allora il tutto significa: "Ecco i
richiamati pastori, abbandonato il gregge, si avvicinano
all'umile cuna.
A
questo punto si assiste ad un vero e proprio cambiamento: "Et
nos festinemus (congiuntivo esortativo), ovanti
gradu" cioé: "Affrettiamoci anche noi con
passo festoso, dove quel "nos festinemus" é
sicuramente un'esortazione che l'Assemblea rivolge a se stessa,
come d'altro canto si evince dal ritornello: "Venite
adoremus", cioè: "Venite"(voi),
"adoriamo" (noi
assieme).
Ed
ecco anche un nuovo concetto di Presepio: niente pecore (relicto
grege) lente e sonnacchiose accanto ad un pastore immobile e
silenzioso, ma persone allegre e festose che accorrono alla
grotta, dove "videbimus" (Indicativo futuro)
vedremo l'eterno splendore del Padreterno, "velatum"
cioè nascosto sotto la carne: incarnato. Il Dio Bambino avvolto
nelle fasce (pannis involutum). Decisamente meno elegante
nella forma la quarta strofa, nella quale le parole mal si
adattano alla musica; sembra quasi una strofa aggiunta da un
altro Autore. Forse per questo nessuno la canta mai!
Riordinata suona così:
Foveamus (altro congiuntivo esortativo) piis
amplexibus egenum pro nobis et foeno cubantem
Riscaldiamo con affettuose carezze Colui che (fattosi)
povero per noi, ora dorme nel fieno. Alla fine una domanda
retorica: Quis non redamaret sic nos amantem?
Chi non ricambierebbe lamore (redamaret:
congiuntivo imperfetto che traduce il nostro condizionale
presente) di Colui che ci ama cosi tanto? Ed allora:
VENITE (imperativo presente) ADOREMUS
(congiuntivo presente) DOMINUM
VENITE
ADORIAMO IL SIGNORE.
In
definitiva una versione quasi letterale potrebbe essere questa:
Accorrete fedeli,lieti, festosi! /
Venite, venite in Betlemme./
Ammirate
il Nato Re degli Angeli
Venite
adoriamo il Signore.
Ecco
gli esortati pastori che, abbandonato il gregge,/ si avvicinano
all'umile giaciglio. / Affrettiamoci anche noi, con passo
festoso!
Venite
adoriamo il Signore.
Vedremo leterno
splendore del Padreterno nascosto nella carne: / il Dio Bambino
avvolto in miseri panni.
Venite
adoriamo il Signore.
Riscaldiamo
con tenere carezze / Colui che, fattosi povero per noi,/ ora
dorme nel fieno;/chi non ricambierebbe l'amore di Colui/ che ci
ama così tanto
VENITE ADORIAMO IL SIGNORE
Toni Dittura