Dopo la pubblicazione di Marmoléda di marzo u.s., riportante la prima esperienza con gli studenti del Benedetti, due degli allievi, recentemente arrivati in coro ci hanno scritto la loro esperienza e noi, con soddisfazione, volentieri pubblichiamo. Le possiamo chiamare:

LETTERE DAL CORO...

Era naturale, il primo debutto doveva essere nel mensile Marmoléda, un onore che porta la gioia della mia accoglienza nel coro a tutti gli amici del Marmolada e spero possa toccare anche altri giovani.

Un compito difficile, in questo secolo dove i gusti musicali sono completamente cambiati da quelli della mia generazione, cresciuta ancora con genitori influenzati da pop anni 60, 70.

L’amore per il canto è venuto dai miei genitori, sono cresciuto in una famiglia dove il cantare animava di gioia le giornate, dove la radio riempiva l’atmosfera di casa. La passione per i canti di montagna è invece venuta frequentando un coro assieme a mio padre.

Crescendo, le emozioni che nel canto vivevo, le volevo trasmettere, ho sempre sperato di riuscire a coinvolgere altri e far vivere quelle sensazioni che sono state pilastri della mia vita.

Emozioni che non sono state disattese, quando ho avuto la fortuna di sentirmi accolto nel Marmolada.

Un pensiero maturato nel tempo che non pensavo di realizzare cosi presto.

Prima di sposarmi, ho provato con alcuni amici ad animare delle sere.

Ci si trovava a cantar canzoni di montagna per lo spirito comune di trovarsi, poi il formare una famiglia mi ha fermato, gli impegni, i figli piccoli.

Appena ho visto l’annuncio del coro nella campagna ricerca nuove leve, la tentazione è stata fortissima, e quando anche mia moglie lo ha visto, sapendo i miei desideri, subito ha cercato di spingermi, probabilmente non sapendo cosa potesse significare in termini di impegni e probabili sacrifici familiari ma consapevole di realizzare un mio sogno.

Dal pensare di telefonare poi al fare la telefonata è stato un attimo, tanto che quella volta sono arrivato alle prove un’ora prima….

Ora che sono trascorsi alcuni mesi, non posso che esser felice della scelta fatta. Ho trovato uno straordinario gruppo d’amici, e ancor piu’ bello è stato veder come hanno mantenuto nello spirito del coro una gran voglia di star assieme e divertirsi.

E con questo in animo, sappiano dimostrare un livello professionale elevatissimo spinto dallo spirito e voglia che accomuna tutti di far vivere in chi li ascolta la magica atmosfera delle cante popolari e di montagna.

Con questo comprendo il gran lavoro che il Coro Marmolada sta compiendo nelle scuole tra i giovani per trasmettere e cercar di non perdere questa cultura e tradizione, un duro compito al quale mi aggrego nella speranza di dare al mio impegno la stessa foga loro.

Il coro Marmolada con l’associazione omonima è un'istituzione, una delle meraviglie di Venezia, conoscendoli s’impara a percepire e vivere quei principi ed emozioni che furono dei suoi fondatori.

Per questo il coro porta a maturare, a responsabilizzarsi in quella missione che ormai da anni persegue nel mondo.

Se dovessi descrivere o spiegare ad un nuovo allievo il perché vale la pena esser parte di questo progetto, difficilmente potrei trovare delle parole adeguate, lo inviterei invece a vedere delle prove, un concerto per fargli sentire con il canto e la convivialità che ci si scambia in quei momenti vissuti assieme, tutto l’entusiasmo e la gioia che il coro porta a vivere.

Non potevo non citare gli artefici di questo progetto, chi anni prima ha cresciuto queste voci come i propri figli e chi ora si affianca portando avanti questo sogno.

Ho avuto la fortuna di vedere il maestro Lucio Finco all’opera alcune volte, nella “intimità” delle prove, e ho avuto la gioia di assistere ad un toccante momento. E’ straordinario vedere come il maestro Finco viva il coro, viva su se stesso l’emozione che il coro gli trasmette cantando.

Chi ha il compito di coltivare e mantenere viva quest’emozione nelle assenze del maestro Lucio è il maestro Claudio Favret.

Una responsabilità portata avanti con amore e professionalità e che si materializza ogniqualvolta riesce magistralmente ad incastonare come in un mosaico le nostre voci.

Fattore che accomuna entrambe e rende magiche le prove è come destinino tutti i sensi all’armonia prodotta dalle voci dei coristi, l’attenzione sia profusa tutta verso la realizzazione della perfezione.

Grazie a tutti, grazie di cuore

Mario De Luca

 Quante volte mi ero fermato ad ascoltare le cante di diversi cori alpini, sempre pensando che forse non sarei stato all’altezza di poterne far parte. E poi mia moglie che mi raccontava di come, da piccola, i suoi genitori le facessero ascoltare questi meravigliosi canti. Nomi che lei mi faceva e che ora mi tornano finalmente più famigliari: Joska, Son vegnù da Montebel, Stelutis alpinis.

A settembre, siamo riusciti a rientrare a Venezia dopo sette lunghi anni, con tutto ciò che comporta il cambio di città e soprattutto iniziare tutto da capo!!

Poi una mattina, la curiosità e la sorpresa di leggere su un quotidiano che il coro Marmolada indice una leva/selezione per nuove voci e soprattutto, che non è richiesta nessuna precedente esperienza!! Mia moglie, che conosce la bellezza di cantare in un coro per sua esperienza personale, mi invita a rispondere.

Il tempo di inviare una mail che subito arriva la risposta e l’invito a partecipare alle prove.

La sensazione che ho avuto arrivando nella sede è stata quella di entrare a far parte di una grande famiglia, dove si scherza, ci si prende in giro, si discute anche animatamente, ma si ha rispetto ed amicizia per tutti. Questa, come ho già detto, è la mia prima esperienza con un coro, pur avendo sempre apprezzato le diverse "cante", ma sempre e solo come uno spettatore profano.

Le emozioni che si vivono scoprendo di aver finalmente imparato una canta nuova, di far sempre più parte integrante del coro non sono facilmente descrivibili. Ma ciò che più di tutto mi è veramente rimasto impresso è il modo in cui gli allievi coristi vengono accolti, accompagnati lentamente a capire le cante, a conoscerne le particolarità, i punti critici.

Ma far parte del coro non dà solo grandissime emozioni, non è solo cuore. Il livello di professionalità del gruppo è indiscutibile.

Se si può avere grande soddisfazione dall’aver imparato una canta nuova e nel capire di averla cantata bene, ciò è frutto di grande lavoro e di grande impegno da parte di tutti, in primo luogo di Claudio, che mette una passione incredibile nel duro lavoro di insegnarci a cantare.

Far parte di un coro, di questo coro può comportare fatica, impegno, sottrae tempo alle nostre famiglie, ma credo che sia un’esperienza irripetibile per chiunque, credo sia un’emozione unica poter ascoltare la perfezione di una canta ben eseguita, ma lo è ancora di più avere solo il pensiero di essere parte di coloro che l’hanno realizzata.

E dopo aver esordito sulle pagine di “Marmoléda”, attendo con pazienza di poter esordire in un concerto, consapevole che il mio cammino da allievo è però ancora lungo!

Permettetemi di chiudere solo con una frase: mi sento orgoglioso di far parte del Coro Marmolada!!

Piergiorgio Canini

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