MARMOLÉDA - Notiziario dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Dicembre 2013 . Anno 15 n.4 (58)                  

 
 

Anche i coristi scrivono libri

 

L’Associazione "Coro Marmolada" è lieta di informare i propri soci e lettori sul nuovo lavoro letterario del  nostro corista Paolo Pietrobon, dal titolo: Latteria Popolare, San Polo 414, Rialto “do passi zo dal ponte”.

Innanzitutto, come l’autore sottolinea, non si tratta di una autobiografia, piuttosto di un racconto/romanzo realistico, con richiami biografici utili unicamente alla ricostruzione di ambienti, fatti e personaggi.

‘Ombelico’ della ricostruzione è la latteria della famiglia dell’autore, dall’interno della quale l’autore e io narrante conosce e interagisce con quella società veneziana, con una città che si si riorganizza in ogni modo, commercianti e osti venuti dalla provincia, proletariato marginale, senza storia né ruolo definito, ambulantato dei generi minori, stracci da vendere alla misera gente dell’est europeo o artigianato del legno sceso dalle montagne trentine, le professioni strutturate e i lavori occasionali: una città che vive sulla strada, sui pianterreni spalancati per la curiosità di chiunque, sul lavoro duro di pescatori e orticoltori con le loro barche a viaggiare prima dell’alba, e le calde colazioni consumate nella latteria, anche seduti appena fuori, sulla calle, e sui mille rivoli di una società orizzontale, formicolante, variopinta e vivacissima, nel gesto e nel dialetto, quasi un altorilievo sociale ed affettivo, agli occhi dell’anima e alla suggestione del sentimento…

Ma anche all’esterno della ‘bottega’, nel circuito onnipresente di calli e campielli, slarghi fitti di ragazzi di ogni età impegnati nei loro ‘giochi’, dalle palline di vetro ai primi corteggiamenti, e società parrocchiali, mercati straordinari, lavori antichi e acque alte adorate dagli studenti meno ‘convinti’, prende vita una dimensione sociale e storica autentica, oggi ripensata con qualche nostalgia di fronte alla Venezia dei souvenir turistici imperversanti, allora capace di dar vita senza bisogno di canovacci formali a una grande teatralità popolare e quotidiana.

 

Nella ‘ latteria popolare ’ vivono il mondo sociale e culturale attraversato da quella straordinaria bottega ( e di tutto il circuito del piccolo commercio e della minuta ristorazione della Venezia degli anni ’50 e ’60 ), un microcosmo insediato nella bottega, e sui pochi tavoli delle colazioni, anche serali, essenziali per tante interessanti persone, i loro dialoghi, le confidenze, una postazione che arriva a sfiorare il luogo di relazione e mutualità, con i nuovi bottegai - furlani e ‘alpagoti’ e figli della provincia interna veneziana - ad assumere i contorni gestuali e psicologici di soggetti in qualche modo ‘sociali’.

 

Ma principalmente ne riesce enfatizzata la ricognizione fisica e simbolica della bottega, nello scenario della struttura materiale della zona, dei suoi mattoni e dei suoi selciati, tra passato e presente. Come dire la ‘ Ruga Rialto ’, crocevia del flusso di narrazioni e ricostruzioni che sostengono il libro nel suo insieme, luogo fisico e sociale che comprende e illumina, nell’intenzione del narrante, il pulviscolo esistenziale, il suk planetario, l’abitudine a sentirsi città e cittadini del mondo dei veneziani, ma prima di tutto città e cittadini, e non da oggi, visto che la storia politica e commerciale della città ai suoi inizi proprio su Rialto ha trovato primitivo e solido approdo e radicamento, e insieme arazzo della venezianità popolare, come se essa tuttora vivesse o potesse vivere: le attività commerciali, l’incontro quotidiano e ravvicinato con gli stranieri, la babele delle voci e degli approcci, il framestìo di carri strapieni di tutto e arrancanti sul grande ponte, e il calpestìo di portatori di casse a spalla, gli appuntamenti di mezza mattina, e oltre, nelle osterie odorose di cicchetti e trippa, l’andirivieni di quei veneziani, senza separazioni rigide di età o genere.

Nel viaggio in quella città speciale l’autore non nasconde un rapido sorvolo della ‘retrostante’ esperienza personale e la considerazione di alcuni elementi dell’attualità, anche storica, che non lo possono lasciare indifferente, lasciandone intravedere la propria nuova prospettiva, culturale e professionale – nell’insegnamento visto come servizio pubblico - che avrebbe segnato il suo futuro e la sua attiva cittadinanza, fino all’avvicinamento all’esperienza politica.

Il libro è arricchito da tre capitoli autonomi, anche graficamente, detti ‘ intermezzi ’, e dedicati, per tanta città, all’arte vetraria ( ‘Pallino’ ) , all’insularità caratterizzata dalla Giudecca ( ‘ Zuèca ’ ), alla vicenda storica e politica dei portuali veneziani e della loro compagnia ( ‘Portuali’ ), e si chiude con il racconto del commiato difficile dal papà, sul letto di morte, così come esso si era aperto con un delicato e ironico bozzetto sulla giovane mamma dell’autore, giovane e affaccendatissima intorno al suo cucciolo.

Per gli interessati, il libro è reperibile presso:

VENEZIA 

•         ‘ Al tribunale ’, a Rialto, presso il tribunale medesimo.

•         ‘ Goldoni ’, S.Marco 4742, accanto all’omonimo teatro.

•         ‘ Marco Polo’, Calle del Teatro ( Malibran ).

•         ‘ Cafoscarina ’, Cannaregio 701, accanto all’omonima università.

•         ‘ Toletta ’, Dorsoduro 1213, due passi da Campo S. Barnaba.

MESTRE

•         ‘ Don Chisciotte ’, via Brenta Vecchia 13, laterale via Poerio.

•         ‘ Feltrinelli ’, Piazza XXVII Ottobre, presso il Centro Commerciale  ‘Le Barche’.

•         ‘ Zarbo ’, via Carducci 68.