MARMOLÉDA - Notiziario dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Marzo 2014 - Anno 16 -n.1 (59)

 

 

Editoriale

 

A Venezia, come si esce di casa, si entra in una dimensione che, ad alcuni può sembrare strana: la particolare architettura di una costruzione, l'angolo pittoresco immortalato da pittori più o meno noti di tutti i tempi, la scenografica "passeggiata"  lungo il Canal Grande, la più che nota visione di piazza San Marco (luogo ormai prostituito al più becero turismo ed allo sfruttamento dello stesso), la splendida Basilica,  il bacino e le isole  che lo circondano.

Se tutto ciò entusiasma i visitatori più attenti si può dire che non lascia insensibili neppure coloro che da anni, magari fin dalla nascita, posano gli occhi su queste ed altre "meraviglie" della nostra città. 

Quanto sopra non vuole essere la solita riflessione retorica, enfatica ed ampollosa di Venezia, ma sola una premessa sulla bellezza ed importanza storico-artistica di alcuni luoghi, chiese, sale e teatri, nei quali il "Marmolada" si è esibito nella sua storia che ebbe inizio sessantacinque anni fa.

Cantare in una sala "qualsiasi", con tutto il rispetto per questi  luoghi, e trovarsi, invece, a cantare l'"Ave Maria" ai piedi della pala dell'Assunta di Tiziano nella quattrocentesca Basilica dei Frari è cosa ben diversa. È bello cantare in luoghi resi famosi dalle loro bellezze artistiche e dalla loro storia come, ad esempio, la Sala Capitolare della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (di recente è migliorata la visione dei quadri che la contornano e la ornano grazie all'illuminazione a led)  o in quella di  San Rocco, dove sei sovrastato dai "teleri" del Tintoretto. Sono luoghi nei quali, con professionalità e serietà, bisogna concentrarsi sulla direzione del maestro e non farsi distrarre dal bello che ci sta intorno.

L'esperienza più emozionante è stata, per chi di noi l'ha vissuta, il concerto in Basilica di San Marco in occasione del cinquantesimo anniversario del coro: la luce che esaltava l'oro dei mosaici, la cupola che ci sovrastava, l'iconostasi che, con l'altare maggiore,  faceva da sfondo, i due pulpiti laterali più assomiglianti a ricami che a costruzioni, il pavimento, un vero e proprio tappeto marmoreo, ne fanno un luogo unico e maestoso ricco d'arte e di storia, un luogo dove anche l'acustica ha avuto una buona parte nella prestazione del coro.

Coeva della Basilica di San Marco è la Chiesa dei SS. Maria e Donato di Murano dove, senz'altro, l'acustica è la migliore in assoluto fra tutti i luoghi nei quali abbiamo cantato.

Ora ci aspetta un nuovo appuntamento con un luogo importante dal punto di vista musicale perché legato al nome di Antonio Vivaldi in quanto il musicista veneziano operò come responsabile  musicale del Pio Ospedale della Pietà attiguo alla Chiesa della Pietà (Santa Maria della Visitazione); nelle Cantorie della Chiesa le cosiddette  “figlie di Choro”, musiciste e cantanti (ospiti del Pio Ospedale perché orfane)  suonavano e cantavano anche musiche di Vivaldi. Per questo oggi la chiesa viene chiamata, forse erroneamente, anche "Chiesa di Vivaldi" ed il luogo ospita complessi orchestrali e corali di alto livello.

Ed anche il Coro Marmolada si esibirà nella Chiesa della Pietà e lo farà il 4 marzo 2014, giorno che, occasionalmente, cade il "martedì grasso", ma che è, anche e soprattutto, il trecentotrentaseiesimo anniversario della nascita del cosiddetto "prete rosso".

L'orario è un po' inconsueto per un concerto corale, le 11,00 del mattino, ma il fatto non ci spaventa e ci impegneremo, come al solito, al meglio.

Nel prossimo numero di "Marmoléda" vi racconteremo l'evento che, secondo le informazioni avute dall'organizzazione (Istituto Provinciale Santa Maria della Pietà) vedrà la presenza di molti stranieri.

 

Concludiamo questo "editoriale" con l'annuncio che, da questo numero (anche se c'è stata una prova con il numero precedente),  il nostro notiziario viene edito anche per i lettori di "ebook" nei formati .mobi e .epub