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Marmoléda

MARMOLÉDA - Notiziario dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Maggio 2014 - Anno 16 -n.2 (60)

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Editoriale

 

"..... Ma il colore delle voci, nel coro maschile, è la caratteristica che può affascinare l'orecchio e l'ascolto, un segno che contraddistingue specialmente quando è il risultato di un serio percorso musicale. Il suono emoziona e commuove, specie quando si somma a una rigorosa compostezza. Gli armonici sovrapposti  ai suoni fondamentali, che le voci maschili sanno creare, non hanno pari, per ricchezza, profondità e brillantezza al tempo stesso. Nella dimensione amatoriale, spesso ci si trova di fronte a qualità vocali innate, ma a volte ad altrettanta scarsa consapevolezza dei propri mezzi. ..."

Ci piace iniziare questo "Editoriale" con le dichiarazioni rilasciate in un'intervista(1) da una direttrice di coro, Maria Dal Bianco, donna ma direttrice di un coro di sole voci maschili, il "Coenobium Vocale", ed evidenziamo le parole iniziali "... il colore delle voci, nel coro maschile, è la caratteristica che può affascinare l'orecchio e l'ascolto...".

Il motivo di questo "incipit" lo troverete nell'ultima pagina di questo sessantesimo numero di "Marmoléda" dove viene riprodotto il biglietto che in questo periodo stiamo dispensando nel territorio veneziano per pubblicizzare l'invito -a maschietti dai 18 ai 60 anni- a venire a provare a cantare con il Coro Marmolada.

Perché ci sia una carenza di voci maschili in tutti i tipi di gruppi corali forse dipende, sempre da quanto dichiarato dalla M.a Dal Bianco,  da " ... un problema culturale ed educativo. Le formazioni maschili scontano maggiormente il peso di questo vuoto, per ragioni legate a una minore propensione caratteriale verso la comunicazione e l'esibizione, dimensioni con cui il canto condivide la sua essenza."

Ed allora, da queste righe, invitiamo ad una minore "timidezza" proprio perché "il colore delle voci, nel coro maschile, è la caratteristica che affascina l'orecchio e l'ascolto".  

 

Inizia, in questo numero di "Marmoléda", una riflessione sui canti legati non solo alla prima guerra mondiale, anche in considerazione del centenario, che da quest'anno e fino al 2018, coinvolgerà nel ricordo studiosi di ogni genere; ma i canti di cui tratteremo, non saranno quelli conosciuti, quelli che i cori cosiddetti "alpini" o "di montagna" propongono all'ascolto da quasi cento anni, e saranno, invece, quelli che già durante la guerra non potevano essere cantati perché considerati disfattisti, canti che raccontavano la crudezza e l'orrore di quei momenti. Si tratta, perciò, di brani contro la guerra poco conosciuti, anzi sconosciuti, a volte molto "forti", ma veri, e difficili da trovare, soprattutto nella parte musicale. Pertanto, poiché questa riflessione continuerà anche nei prossimi numeri e nei prossimi anni, invitiamo i nostri lettori a farci pervenire testi, e magari anche le linee melodiche, di questi canti che, come sappiamo, furono tenuti nascosti durante la dittatura fascista.

 

Da questo numero tutti gli articoli saranno disponibili anche nel formato PDF, cosa che si aggiunge alle edizioni in "ebook" nei due formati .epub e .mobi. 

 

Buona lettura!

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1 Dalla rivista quadrimestrale della Feniarco "Choraliter" n. 40 del 2013