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Marmoléda

MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Giugno 2017 - Anno 19 - N. 2 (72)

 

 

 

Vi racconto un canto:

"Les plaisirs sont doux"

Due titoli e diverse provenienze

di Sergio Piovesan

Nel 1965, quando il Coro Marmolada riprese con maggior vigore l'attività anche a  seguito di un consistente afflusso di nuovi coristi, Lucio Finco predispose un repertorio di canti vario e, quindi, non solo di derivazione S.A.T.

Uno di questi fu "La bergère des Aravis" nell'armonizzazione a tre voci maschili di L.E. Ferraria, tratto da una pubblicazione datata che proponeva canti "valdostani". Il testo era di tre strofe, come riportato in nota [1] .

Il brano rimase in repertorio per alcuni anni e poi venne abbandonato vuoi per gli inserimenti di canti d'autore e di nuove armonizzazioni tutti di musicisti dai quali prese forza quel movimento che prese il nome di "canti di ispirazione popolare" (De Marzi, P. Bon, G. Malatesta ed altri), ma anche perché un'armonizzazione a tre voci sembrava un po' "limitata".

Pur se inteso come canto valdostano non si riusciva, allora, ad individuare cosa significasse il termine "Aravis": luogo geografico, nome di qualche popolazione o altro? Passò qualche anno  e finalmente, in occasione di una delle dieci tournées a Ginevra ed in Savoia, mentre ci recavamo ad Annecy per un concerto vedemmo un'indicazione stradale per il "Massif des Aravis". Avevamo scoperto da dove veniva il canto che comunque -anche se non più in repertorio- restava fra quei canti che venivano intonati nelle occasioni più varie e non ufficiali.

Nel 1993 Gianni Malatesta ci fece conoscere una sua armonizzazione a quattro voci, che come titolo aveva le parole del primo verso, "Les plaisirs sont doux" e lo eseguimmo per la prima volta, nello stesso anno, nella regione d'origine, in Savoia, il 17 dicembre a Chambery, il 18 nel Castello di Annecy, proprio a pochi chilometri dalla regione montuosa propaggine della catena del M.Bianco,  ed il 19 ad Cluses.

Quindi non più un canto valdostano, ma della Savoia.

Lo spartito di Malatesta riportava, però, solo due strofe, le prime due, escludendo la terza e lasciando quindi il canto ... in sospeso. Lucio Finco non ci pensò su troppo e, anche su mio suggerimento che già avevo il compito di presentare i canti durante i concerti, aggiunse subito anche la terza strofa.

Il brano, come si può evidenziare dal testo, è una poesia d'amore nella quale viene esplicitamente descritto un amore profondamente sensuale con un invito a godere della gioventù e ad approfittare della stessa perché un domani non ci sarà più; un testo nello spirito di "Quant’è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia! / chi vuol esser lieto, sia: / di doman non c’è certezza."

Anche Malatesta -nello spartito- lo indica come un canto valdostano e quindi classificabile come "pastorella", componimento poetico, di forma dialogica, diffuso in particolare nella letteratura provenzale e nella letteratura francese medievale in lingua d'oc, dove veniva musicata e cantata.

Altre notizie lo individuano come originario dei "paesi baschi", [2] le regioni meridionali della Francia che confinano con la Spagna e localizzate nei Pirenei, ma anche della zona della catena del Jura situata a nord delle Alpi in Francia, Svizzera e Germania.

Però il testo non è né in lingua d'oc né in lingua basca, ma francese e, forse, è dovuto a qualche poeta raffinato. Questa teoria viene supportata da una notizia che ho trovato in internet  e che attribuirebbe il testo a Carlo I d'Orléans (1394-1465) che viene ricordato come compositore poetico con più di cinquecento opere, scritte soprattutto durante i suoi venticinque anni come prigioniero di guerra in Inghilterra.

 

In queste mie recenti ricerche ho scoperto una quarta strofa che riporto in nota [3] e che conclude con un suggerimento alla giovinetta a non svolazzare troppo di fiore in fiore!

  


[1] Les plaisirs sont doux / d’être près de vous, la belle.

Je soupire à vos genoux / je brûle d’amour pour vous!

Les plaisirs sont doux, demoiselle, / d’être près de vous!

Peut-on voir les yeux, / sans être amoureux, la belle?

Ils sont doux et gracieux, / ils sont tout remplis de feu.

Peut-on voir les yeux, demoiselle, / sans être amoureux?

Profitez du temps / de vos dix-huit ans, la belle.

Car il deviendra un temps / où vous serez sans amants.

Profitez du temps, demoiselle, / de vos dix-huit ans!

 

Traduzione

È un dolce piacere / esserevi vicino, bella.

Io sospiro alle tue ginocchia / e brucio d'amore per te.

I piaceri sono dolci, signorina, / per esserevi vicino!

Posso vedervi gli occhi / senza amarvi, bella.

Essi sono dolci e graziosi, / e tutti pieni di fuoco.

Posso vedervi gli occhi, signorina, / senza amarvi!

Godetevi / i vostri diciotto anni, bella.

Verrà il momento / che sarete senza amanti.

Godetevi i vostri diciotto anni, / signorina!

 

[3] Plus d'un seul galant,
C'est compromettant, la belle,
Il faut choisir l'un d'entre eux,
Plus d'un seul galant, demoiselle
C'est compromettant.

 

Più di un innamorato

è compromettente, bella,

devi scegliere uno di loro,

e dare l'addio agli altri.

Più di un innamorato, signorina

è compromettente!