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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Ottobre 2018 - Anno 20 - N. 3 (77)

 

 

La musica in Carnia oggi

di Sergio Piovesan

 

Da parecchi anni, ancor prima del terremoto del Friuli, frequento un paese della Carnia, Raveo, e, quindi in tutto questo periodo ho avuto l'opportunità di riscontrare i cambiamenti avvenuti, sia dal punto di vista demografico, come da quelli sociale e culturale.

Il salto più appariscente è stato dopo il 1976 e negli anni della ricostruzione, quando, paesi che fino ad allora erano stati abbastanza avulsi da  quello che succedeva nel resto del mondo, hanno totalmente modificato le abitazioni, ricostruito strade e costruite molte di nuove, apprendendo così più velocemente, anche per le nuove forme di comunicazione, le linee preponderanti nei diversi campi culturali, soprattutto nel campo musicale.

Nei tempi andati in Carnia la musica era ... fisarmonica, contrabbasso e qualche violino ed era musica popolare che accompagnava le danze durante le feste paesane, ma era anche musica corale, sia religiosa (ricordiamo i canti patriarchini che risalgono al Patriarcato di Aquileia) ma anche popolare con le famose villotte. Allora moltissime comunità paesane disponevano di una corale, spesso supportata ed istruita dal parroco, ma anche da volonterosi musicisti, non sempre diplomati, che furono anche valenti compositori.

Nel corso degli anni ho avuto la sensazione di una netta divisione fra le generazioni ante e post terremoto. I giovani si sono allontanati dalle tradizioni portate avanti dai loro genitori e sono fioriti numerosi  gruppi, complessi e bands musicali ispirati alla musica pop e rock.

Durante il periodo estivo si può dire che ogni paese abbia la sua sagra, perché legata al santo patrono e, se il patrono viene ricordato negli altri periodi dell'anno,  inventata. Tutte sono basate su grandi grigliate e polenta, ma anche -ultimamente- sulla riscoperta della varia gastronomia locale. Queste sagre concludono la serata con la musica, oggi rappresentata quasi esclusivamente dai complessi giovanili di cui sopra.

Una volta, trenta anni fa circa, le serate venivano concluse da un concerto del coro locale, ma anche con altri cori invitati. Lentamente, col passare del tempo, la musica corale è andata diminuendo e oggi si salvano pochi eventi di un certo livello (lascio perdere i riferimenti per non incorrere in qualche risentimento).

Da ventisette anni una fondazione udinese  (Fondazione Luigi Bon), in collaborazione con i comuni della Carnia e con altri enti, organizza, nel periodo estivo, un evento globale, denominato "Carniarmonie"[1],  che comprende una trentina di concerti sparsi per le chiese e le sale della Carnia. Si tratta nella quasi totalità di repertori  di musica strumentale sia classica che moderna e solo raramente si può assistere ad uno concerto corale che, mai, prevede la presentazione del patrimonio musico-corale friulano.

Quest'anno sono state programmate due serate particolari dal titolo "La lunga notte delle Pievi in Carnia" dove, in dieci pievi storiche, è stato possibile ascoltare  canto corale religioso.

In ventisette anni si sono esibiti questi cori: Coro Accademico Ivan Goran Kovacic,Coro del Friuli Venezia Giulia, Coro e orchestra dell'Università di Bamberg , Coro Egidio Fant, Coro Femminile Kaliope, Coro Gospel Soul Circus, Coro Lirico del Triveneto, Coro Natissa di Aquileia, Coro Polifonico di Ruda, Coro Polifonico S. Antonio Abate

 

[1] https://carniarmonie.it/