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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Giugno 2023 - Anno 25 - N.3 (93)

 

Tutti i salmi finiscono in gloria!

Però dipende dalla gloria

di Sergio Piovesan

 

Giovedì 1° giugno, al termine della stagione corale (riprenderemo ai primi di settembre) ci siamo ritrovati per un convivio (“tutti i salmi finiscono in gloria”) a base di pizza in una pizzeria veneziana.

L’avevamo frequentata altre volte e ci eravamo trovati bene sia per il luogo, un cortile all’aperto dove potevamo concludere con alcuni canti, sia per la pizza e le bevande serviteci.

Perciò anche quest’anno abbiamo prenotato in quel locale per ventitre persone.  All’ultimo momento c’è stata qualche rinuncia ed eravamo in venti.

Nel frattempo appuriamo che è cambiata gestione.

Entrando comunichiamo al gestore che eravamo in meno e la sua risposta è stata: “Meglio!” . Quindi ci accompagna a una tavolata con diciotto posti; dove mettiamo gli altri due vista la difficoltà per raggiungere altri clienti.? Alla fine, accomodati tutti, il cameriere che prende le ordinazioni ci dice:

“Per le pizze solo quattordici perché abbiamo finito l’impasto e debbiamo farlo nuovo”. Questo alle 20,30!

Particolare: il gestore precedente era marocchino e quello attuale, invece, di qualche paese dell’est Europa.

Già qualcuno di noi comincia a brontolare e vorrebbe andarsene, ma ci giunge notizia che, comunque c’è da aspettare solo un po’.  Poi non fu veramente poco!

Arriva il cameriere per le ordinazioni delle bibite; la maggior parte ordina birra media chiara e/o scura. Io, invece, avendo ordinato una frittura preferisco il vino e chiedo 1/2 litro di cabernet. Dopo un po’ il cameriere  ritorna spiegando che non ci sono bicchieri da birra media e quindi portano delle bottiglie da litro di birra spinata e dei bicchieri più piccoli.

Quando portano le birre queste sono tutte chiare e il gestore viene a dirci che non hanno birre scure.

Le proteste non si placano, però, ormai, si resta.

Per quanto mi riguarda il cameriere viene a chiedermi se volevo vino bianco o rosso; avevo chiesto cabernet!

Poi, finalmente, arrivano le pizze! Non so se erano solo quattordici o qualcuna di più.

I commenti dei coristi non si sprecano; la maggioranza viene da Mestre o dintorni e tutti affermano che in terraferma ci sono pizze molto più buone e anche a prezzi migliori.

Purtroppo questa è la realtà di Venezia dove, diminuiscono i residenti, ma aumentano i turisti (certi giorni le presenze superano di gran lunga il numero dei residenti) e anche i locali: chiude un “negozio di vicinato” e apre un ristorante o un venditore di paccottiglie. Resta libero un appartamento e, acquistato da non residenti o ereditato da parenti che non vivono in loco, e questo viene destinato a residenza turistica, molte delle quali sono “in nero” con una forte evasione fiscale.

Comunque alla fine abbiamo fatto anche alcune canti e ci siamo ripromessi di non ritornare più in quel locale che si chiama “Alla Ferrata” e che si trova in Venezia a Santa Croce in Calle Larga dei Bari!

A questo è ridotta Venezia!