Un'Ave Maria" ai piedi dell'Assunta Torna all'elenco
di Sergio Piovesan
“Santa Maria, Madre di Dio … “ ed ecco, in
queste poche parole, che iniziano la seconda parte dell’AVE MARIA, la glorificazione
e la santificazione della Vergine.
Una
preghiera che moltissimi musicisti hanno voluto significare con le note e che
può assumere aspetti diversi, vuoi per l’interpretazione del canto, vuoi per il
luogo in cui questa preghiera viene cantata.
Ed
uno dei luoghi che, senz’altro, avvicina al concetto di glorificazione e santificazione
della Vergine, è l’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei
Frari in Venezia, dove spicca la magnifica pala dell’ASSUNTA del Tiziano, un’opera che suscita, in chi la osserva,
un’intensa commozione.
Trovars, a cantare, ma anche solo ad ascoltare, un’AVE MARIA in quel luogo è,
ovviamente, ancora più emozionante.
«Fratelli carissimi
questo che noi vediamo dipinto dal nostro grande concittadino, il devoto
Tiziano, è uno dei grandi miracoli del Signore. Con l’assunzione in cielo della
sua santa madre noi miriamo qui gli apostoli, uomini grandi, semplici, potenti,
scelti da Gesù fra i pescatori. Ed ecco, voi li vedete appena si è mosso il
turbine meraviglioso, che sono tutti in piedi, con le braccia levate al cielo e
par che gridino: “Oh, Maria, madre nostra, perché ci lasci?” E mentre la
Vergine sale in cielo a incontrare il figlio martire, per la redenzione dei
nostri peccati, gli apostoli orfani piangono e implorano… ».
Con queste parole Fra Germano da Casale, Padre
Guardiano e committente, per conto dell’ordine dei Francescani, presentava al
popolo veneziano, il 18 marzo 1518, la pala d’altare dell’ ASSUNTA, che Tiziano Vecellio, appena ventiseienne, dipinse
in due anni; era la sua prima importante opera pubblica che, come raccontano le
cronache di allora, sconvolse il pubblico veneziano, abituato ad una pittura più
statica e fredda.
Questa pala ha indubbiamente decretato il successo
di Tiziano a Venezia. Secondo fonti attendibili, alla scopertura della tela
avrebbe assistito un emissario dell'imperatore Carlo V, il quale intimò ad un
frate di volerlo acquistare nel caso essi non fossero stati soddisfatti dell'opera.
Al contrario, l'acclamazione popolare, proprio il giorno dell’inaugurazione,
costrinse anche i frati più scettici nei confronti del talento dell'artista, ad
ammettere la sua bravura.
Nella sua struttura la pala appare divisa in tre
fasce: in basso, come venne evidenziato dal padre Guardiano, il gruppo degli
Apostoli meravigliati, tutti protesi verso l'alto in vari atteggiamenti.
San Pietro, colto dal fatto miracoloso,
s’inginocchia, ma resta con le mani e la testa rivolti verso l’alto; alla sua destra
San Giovanni, con la mano sinistra sul petto, è in contemplazione; Sant’Andrea,
vestito di rosso, è proteso verso il cielo, mentre dietro a San Pietro, Paolo
rassicura il sempre dubbioso Tommaso e gli addita Maria.
Gli altri, tutti in una contemplazione quasi di
meraviglia e di stupore, sembra proprio che dicano
“ … prega per noi peccatori”. Al centro la
Vergine, con lo sguardo verso
l'alto, sale lentamente
al cielo e schiere
di angeli le vengono incontro suonando e cantando la gloria di Dio.
C'é un grande movimento attorno a lei, che veste i
colori dell'iconografia classica: rosso, per indicare la piena umanità e
azzurro, per indicare la divinità, il colore dell'infinito, della spiritualità,
di ciò che va oltre l'umano.
È il movimento la caratteristica, nuova per allora,
che fece apparire l’ ASSUNTA, illuminata dalle torce,
in tutto il suo splendore tanto che vi furono esclamazioni del tipo
“Magnifico!”,
“Gran fatto!”,
“Par proprio vero!”.
Non fu un quadro semplice da dipingere, vuoi per le
misure (cm.680 x 360), vuoi per l’illuminazione, che veniva, e viene, dal
retro, alla quale sarebbe stato esposto.
Si conosce anche il
“marangon”, il
“barba Fighi”, che preparò la tavola con ben ventuno assi orizzontali,
evidentemente di legno buono e ben stagionato, visto che a quasi cinquecento
anni, pur con i vari restauri, si può ammirare la pala in tutta la sua magnificenza.
Domenica 6 gennaio 2008 saremo in concerto proprio
ai piedi di questa pala, ed allora sono sicuro che, non solo noi coristi, ma anche
il pubblico presente, si emozionerà
nell’ascoltare l’AVE MARIA e nel godere
contemporaneamente dei segni, delle figure e dei colori dell’ ASSUNTA.