PARTENZA AMARA ovvero VUSTU VEGNIR CÒ MI                                                Torna all'elenco

di Sergio Piovesan

 

Il 12 maggio 1797 il doge di Venezia, Ludovico Manin, cedendo alle pressioni militari di Napoleone, nella seduta del Maggior Consiglio dichiarava la fine della Repubblica di Venezia dopo circa mille anni di vita, di storia e di vicende gloriose sotto i profili civile, militare, giuridico, economico, sociale ed artistico.

Anche se già da qualche tempo era iniziato il periodo di decadenza del Dogado e dei possedimenti che Venezia aveva sia nei mari orientali che nella terraferma, tuttavia con l'atto formale del 12 maggio, iniziò la vera decadenza della città soprattutto dal punto di vista economico.

I nuovi padroni, i francesi, e per essi Napoleone, oltre a portare a Parigi innumerevoli capolavori d'arte che nel corso dei secoli erano stati raccolti e creati a Venezia, fecero in modo che anche l'economia cittadina, basata essenzialmente sul commercio, crollasse. In questo modo Venezia, che da sempre aveva importato, scambiando, i beni primari necessari alla vita di ogni giorno, si trovo letteralmente alla fame. Famiglie che una volta, con le loro fortune, potevano anche armare navi per la difesa della città e delle rotte di navigazione, si trovarono nell'impossibilità di operare e si ridussero sul lastrico trascinando in questo sfortuna anche il popolo veneziano.

In quel periodo si può dire che iniziò anche l'esodo dei veneziani, per cercare nuove occasioni di lavoro, e fra queste vi era anche la guerra. Infatti Napoleone, nel suo sogno di conquista dell'Europa, aveva bisogno di uomini che combattessero per lui, magari sotto la spinta degli ideali nati dalla Rivoluzione Francese.

Ed ecco che allora molti giovani veneziani, vuoi per questi ideali, ma anche e soprattutto per la miseria, si trovavano a dover abbandonare la famiglia, la città e la donna amata per andare in guerra. E quella partenza era una "Partenza amara" in quanto a questi giovani restava soltanto la speranza di poter ritornare.

Il canto, che vuole rappresentare i sentimenti di questi giovani nel momento doloroso del distacco, e` di origine veneziana ma l'attuale testo ha subito delle trasformazioni dovute senz'altro all'appropriarsi del testo da parte di altre culture; infatti il lessico non e` propriamente veneziano e molte parole sono state italianizzate.

E un canto triste e questa tristezza viene contrassegnata in modo particolare anche dalla melodia e dall'armonizzazione, anche se il ritornello vivacizza musicalmente il pezzo.

Particolarmente significativa e` l'ultima strofa nella quale il giovane coscritto, non potendo portare con se` la sua Maria, nome molto comune questo a Venezia anche per la particolare religiosità` nei confronti della Madonna da parte del popolo lagunare (molte chiese sono state erette a Suo nome), la affida ai familiari pregandoli di averne riguardo perché l'amore verso la sua donna e` la molla che tiene in vita la speranza del ritorno.

"Partenza amara" e` un canto sconosciuto ai giovani d'oggi e fino a circa quaranta anni fa qualche vecchio lo cantava ancora sia a Venezia ma anche nelle zone del litorale (Treporti) ed a Chioggia.