VENEZIA - Il prete,
appassionato di canti di montagna, tra una
celebrazione e l’altra, dava modo ad alcuni giovani
di prepararsi a "non stonare". È la curiosa
storia iniziale del coro "Marmolada" di
Venezia, che compie in questi giorni la bellezza di
sessant’anni, evento che sarà ufficialmente
celebrato al Teatro Malibran, oggi mercoledì alle 20
con un grande concerto (ingresso libero ad invito fino
ad esaurimento dei posti).
Quel prete, don Gino De
Dominici, oggi ottantotenne, nativo di Burano , è
stato dunque il primo "sponsor" nei passi
iniziali del neonato complesso, in un gruppetto allora
formato da Mario Zacchello, Remigio Volpato,
Gianfranco Vistosi ed ai quali poi si aggiunsero Luigi
Madricardo e Paolo Ponzano.
"Allo scoccare del
sessantesimo compleanno, vogliamo dare un significato
che vada ben oltre, ovvero celebrare felicemente una
grande festa della passione di tanti uomini e tante
donne, per la musica, il canto corale e
l’amicizia", annota il segretario del coro,
Sergio Piovesan, il quale poi enumera le fasi della
successiva espansione del complesso, a significare che
il canto corale di ispirazione popolare, non è
solamente il canto della guerra, degli alpini o del
vino, ma un’assenza approfondita di rigore,
elaborazione e sperimentazione che presuppongono un
lavoro creativo e capace di guardare al presente e al
futuro. Il "Marmolada", oggi, nato e
cresciuto a Venezia, naviga con il vento a favaore ed
è ricercato ovunque, sia in Italia che all’estero.
E non si può scordare,
in tale contesto la figura e il ruolo di Lucio Finco,
per 54 anni bacchetta storica e direttore del
"Marmolada" e sostituito, soltanto da poco,
dal maestro Claudio Favret. Finco sarà presente alle
celebrazioni di mercoledì assieme ad altri interpreti
della storia iniziale, quali Paolo Bon, Bepi De Marzi
e Gianni Malatesta.
Titta Bianchini |