Venerdì, 21 Gennaio 2005
Le interviste: Lucio Finco
Bacchetta d'oro? «Certo, ma soltanto per questioni... di durata, il mezzo secolo di direzione, non certo per altri «meriti». «È tutto secondo le previsioni», confessa, e non è certo, lui, il tipo da montarsi la testa per aver raggiunto questo significativo traguardo. Aveva cominciato a vent'anni, o giù di lì, e quasi per caso, pur appassionato di musica (è stato anche baritono) ed apprezzato suonatore di fisarmonica.

A Venezia, e non soltanto a Venezia, chi non ha sentito parlare del coro «Marmolada», o del suo direttore, il maestro Lucio Finco , premiato nei giorni scorsi perché la nascita del complesso è praticamente legata al suo nome? 1950: l'anno del lieto evento, venuto alla luce some sottosezione del Cai, con primo direttore, Giorgio Favero che poi, per ragioni di lavoro, deve provvisoriamente lasciare al suo vice e «secondo», appunto l'allora giovanetto Lucio Finco .E da allora sarà sempre vice e «secondo», in attesa del rientro che non avverrà più, di Favero e fino ai nostri giorni, anche se nel frattempo consolidato a tutti gli effetti alla direzione del coro. Che effetto fa, durare così a lungo e con tanti lusinghieri successi, ottenuti un po' dovunque, in Italia, Europa, America e Brasile, sopra tutto? «È un effetto legato all'unità e alla coesione del nostro gruppo che continua il proprio lavoro con impegno e dedizione. Pensi che dal 1954 ad oggi, per il naturale andirivieni di coristi, me ne sono passati davanti quasi duecento e quindi gli elogi, se proprio vogliamo tesserli, vanno doverosamente divisi tra tutti, da quelli di ieri a quelli di oggi, nessuno escluso».

Oggi il coro «Marmolada» di Venezia, che aveva iniziato con pochi elementi è una realtà nel campo della musica e dell'Associazione nazionale per lo sviluppo delle attività corali. E proprio per questo Lucio Finco , più che mai saldo nel suo podio di direttore, è stato in questi giorni premiato per il mezzo secolo di direzione in quanto «assurto come sei alle vette dell'artisticità e della notorietà, non solo nazionale».Titta Bianchini