Canzoni da battello veneziane

Album

A cura di Sergio Piovesan con la collaborazione di Claudio Favret

Edizioni Coro Marmolada © 2017

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Nella prima metà del 18° secolo la città di Venezia, come ricorda anche il Goldoni, risultava essere percorsa diffusamente da "eventi" canori, soprattutto di notte, "...nelle piazze, per le strade, nei canali...". Non solo durante i carnevali, ma anche e soprattutto nella bella stagione, barche (gondole e altre), con musicisti e cantanti, erano i protagonisti dei cosiddetti "freschi". Da queste "feste" musicali nasce la tradizione di scrivere musiche definite "canzoni da battello".

Testi non solo d'autore -all'inizio ad imitazione delle opere teatrali allora in voga- si univano a musiche i cui autori potevano essere sia professionisti che dilettanti. Ma dei musicisti professionisti non si conosce quasi mai il nome in quanto gli stessi attribuivano a questo genere di creazioni poca importanza. Spesso si trattava, soprattutto per quanto riguardava le "canzonette-serenata", di opere commissionate da chi desiderava manifestare i propri sentimenti alla donna amata con la speranza che questa aderisse ai desideri dello spasimante. Contemporaneamente, però, si inserirono testi meno aulici e più "popolari", quasi sempre di genere amoroso e, spesso, anche licenziosi.

Nacque quindi un genere di musica che può definirsi colta e popolare nello stesso tempo.

La lingua usata era, ovviamente, il veneziano, la "materna lingua", ma si trovano testi anche in italiano ed in francese, pur se in quantità limitata. In molti casi, però, anche il veneziano viene un po' "adattato al toscano", soprattutto nelle doppie che, come si sa, nella nostra lingua si può dire che non esistano. Si trovano anche delle canzoni in un veneziano molto approssimativo, con alcune parole prese da altri idiomi, come se a cantare e ad interpretare fosse o un tedesco o un armeno, rappresentanti di nazioni presenti in Venezia in quanto commercianti. 

Chi, per primo fra gli stranieri, si interessò alle "canzoni da battello veneziane" fu Jean-Jacques Rousseau, filosofo, scrittore ed anche musicista, che fu a Venezia in qualità di segretario dell'ambasciatore di Francia presso la Serenissima dal settembre 1743 all'agosto 1744 e che fu un ammiratore entusiasta di questo genere musicale.

L'esecuzione dei canti, per lo più ad una voce femminile, era accompagnata da qualche strumento musicale, in genere violino, violoncello e flauto, ma a volte anche con la sola chitarra. Non mancano, però, composizioni a due voci dove la seconda voce, a volte anche improvvisata omoritmicamente rispetto alla prima, si armonizzava per terze o seste.

La produzione dei canti da battello è stata vastissima, ma non tutto è giunto fino a noi perché molto materiale è andato "perduto", come da riferimenti e studi di chi, con grande competenza, ha esaminato questo fenomeno musicale; per "perduto" si intende distrutto, ma anche trafugato (il più delle volte) o non più trovato perché imbucato in qualche archivio, sia pubblico che privato, senza destare interesse.

Una raccolta interessante e, sottolineo, abbastanza esaustiva, è quella pubblicata dalla Regione del Veneto nel 1990 a cura di Sergio Barcellona e Galliano Titton. In essa sono raccolti circa cinquecento testi e spartiti, questi ultimi in riproduzione anastatica degli originali manoscritti, di opere nate in un decennio, dal 1740 al 1750, quindi un breve periodo in quanto il genere si è sviluppato, anche evolvendosi, nel resto del '700 e nel secolo successivo.

La pubblicazione citata non è in commercio e si trova, solo per consultazione, presso biblioteche pubbliche veneziane e venete. Il Coro Marmolada ne possiede una copia della quale è stato omaggiato, anni fa, per l'esecuzione di un concerto nella Cattedrale di San Pietro di Castello in Venezia.

Io ho consultato quest'opera ponderosa (anche fisicamente) e ritengo che possa essere  interessante per quei musicisti che vogliano approfondire e studiare la materia in una visione più moderna.

Di seguito  riportiamo gli spartiti di quindici canzoni che rispecchiano l'assieme di questo genere e -in appendice- i relativi testi.

Si tratta di brani che, pur rientrando fra i "canti da battello", sono molto diversi l'uno dagli altri.

 

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