Fare
parte di un coro non significa solo cantare
Voglio riflettere su una osservazione fatta da un corista in uno degli
ultimi incontri.
Comprendo
bene la sua preoccupazione, e cioè il timore che si possa dimenticare la
responsabilità che ci si assume una volta che si partecipa alla vita del coro.
Pur
non avendone finora fatto parte,immagino che un coro, in questo caso il Coro
Marmolada, sia nato dalla volontà d’alcuni amici di incontrarsi, dall’amore
comune per il canto e la montagna, dal piacere dello stare assieme. Ed anche
oggi si entra in un coro per gli stessi motivi: perché si scopre di avere una
buona sensibilità musicale, di riuscire a cantare intonati, e perché il
cantare produce delle emozioni uniche.
Poi,
con il tempo, si desidera dare a queste emozioni un senso, uno scopo. Allora si
partecipa all’attività di un coro e si scopre che anche altre persone provano
le stesse emozioni e che, cantando insieme, riescono a dare a queste sensazioni
un colore e un significato.
L’esperienza
del coro fa capire che cantando assieme ad altre persone si possono far vivere
anche a queste persone le emozioni che ognuno di noi ha dentro di sè.
E
così s’inizia a gioire, perché ciò che prima rimaneva chiuso in ciascuno di
noi diventa nel coro un messaggio che può giungere anche al cuore d’altre
persone, può regalare ad altri le personali sensazioni di ognuno di noi.
Vivendo
assieme l’esperienza di un coro, da persone adulte, si comprende che questa
attività non è più solamente un piacere che si prova per se stessi o la
semplice trasmissione di emozioni, e si diventa consapevoli che il coro può
anche essere uno strumento capace di aiutare le persone.
È
così che, consapevolmente, si sceglie di far un passo avanti, di maturare,
anche diventando "testimonial" per qualcuno, dando un senso anche alla
vita d’altre persone.
Con
queste riflessioni mi preparo a diventare un corista ufficiale, e ad assumermi,
come altri già fanno, responsabilità
ed impegni anche verso altre persone: verso chi spera nel nostro lavoro per dare
un valore alla propria vita, verso chi già sacrifica parte della propria vita
per questo.
Ed
anche per questo non passa giorno senza che io mediti sulla scelta di venire o no in tournée in
Brasile. Perché non sarà solo una tournèe, e nemmeno un periodo di ferie, o
una gita: in alcuni casi il coro sarà rappresentante dell’Italia, andrà a
portare con le sue canzoni, a chi l’Italia non vede da anni, sensazioni,
emozioni, colori e profumi che probabilmente sono rimasti nella memoria di
bambino grazie ai racconti dei più vecchi, a qualcosa che ha letto o sentito
raccontare. In altri casi il coro potrà far vivere alcuni momenti di serenità
a chi la serenità può cercare solamente in chi gli sta attorno, vicino.
Non si tornerà da un’esperienza del genere uguali a prima; si sarà più maturi e consapevoli e si guarderà alla vita con un occhio di riguardo in più.