Giovedì, 8 Novembre 2007
Nel ricordo di Giorgio Callegari solidarietà a chi soffre
VENEZIA - Era partito con pochi spiccioli, come tanti emigranti di una volta, in cerca di fortuna. E la fortuna l'ha pure trovata, anzi l'ha costruita, ma per donarla totalmente agli altri, ai bambini del Brasile che vivono ai margini della società. È la storia del domenicano padre Giorgio Callegari, del sestiere di Castello, morto nel dicembre di quattro anni fa, a 67 anni, proprio nel giorno di Natale, dopo quarant'anni di servizio spesso anche difficile e rischioso. Oggi la storia si ripete, perché un gruppo di veneziani, impegnati a continuarne l'opera di solidarietà, parte oggi per visitare la "Colonia Venezia", a Peruibe, una delle "perle" fondate dal padre e che si aggiunge ad altri centri, tra cui una scuola professionale ed un'altra agro-ecologica a favore dei meninos più disagiati e abbandonati. "Andiamo in Brasile, spiega Anna Maria Gabrieli, presidente dell'Associazione "Amici del Peruibe", sorta dopo la corte di Callegari, per renderci conto sul funzionamento dei vari centri e valutare quanto può ancora servire per incrementarne l'attività e adeguarli alle crescenti esigenze nel servizio alla gioventù di quelle terre". Durante la permanenza in Brasile i "veneziani", continuatori di Giorgio Callegari, compiranno alcune visite a villaggi vicino a Peruibe, abitati da discendenti di schiavi neri insediatisi in luoghi isolati per sottrarsi a nuove schiavitù. Viaggio anche di speranza? "In particolare, precisa Anna Maria Gabrieli, di sostegno all'opera essenziale lasciata dal nostro concittadino, un'opera che interessa 1500 tra bambini e bambine, ai quali viene assicurato ogni tipo di assistenza morale, materiale ed educativa, grazie anche alla collaborazione di amici di altre città venete, della Lombardia e della vicina Svizzera. Lo scorso anno a novembre, il coro "Marmolada " di Venezia, diretto da Lucio Finco, si era recato in Brasile e nell'incontro con i bambini della "Colonia Venezia" avevano cantato assieme "Vamos construir", un inno di incoraggiamento ed augurio a perseverare ed allargare il percorso iniziato dal compianto prete veneziano.

Titta Bianchini