"Sono un
po' fuori quota e quindi non completamente abile ...
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"Sono
un po' fuori quota e quindi non completamente abile
per le grandi salite: tuttavia credo di sapermi ancora
battere con onore", ha detto il Patriarca Angelo
Scola nel ricevere la tessera di socio onorario della
"Giovane Montagna", consegnatagli dal
presidente nazionale Luciano Caprile, nel corso della
solenne celebrazione eucaristica svoltasi sabato
pomeriggio nella basilica di San Marco.
"Proseguite, ha pure sottolineato, con la vostra
intensa partecipazione per avere la forza di
riprendere con gioia e speranza la via delle montagne
e testimoniare Gesù, speranza del mondo". E
dall'intero uditorio - più di mille persone - un
prolungato applauso all'indirizzo di Scola,
appassionato della montagna - ha ricordato Caprile - e
quindi ancora di più "nostro amico". Una
festa per i 60 anni della "Giovane Montagna"
di Venezia, con varie iniziative, tra cui l'assemblea
a San Teodoro e le visite alle isole degli Armeni e di
San Giorgio. "È l'occasione, ha detto il
presidente veneziano Tita Piasentini, per rinsaldare
l'identità e il legame ecclesiale della nostra
organizzazione, ma anche per la gioia di ospitare, per
la prima volta, i rappresentanti di sezione d'Italia,
quale segno di appartenenza e di unità in quei valori
umani e cristiani che permeano la nostra
organizzazione". E il coro
"Marmolada
", diretto dal m. Lucio Finco ha accompagnato le
fasi più significative della celebrazione con alcuni
canti: all'inizio "Fratello sole, sorella
luna" e successivamente il "Ti Bie Paiom"
(a te cantiam), ripreso da una liturgia
russo-ortodossa. Ma il momento più emozionante - dopo
che il Patriarca, un po' commosso, ha ricevuto anche
la "nomina" a "capo cordata" e
guida spirituale di tutta la "Giovane" - è
stata al termine quando il coro
ha interpretato "Signore delle cime", di De
Marzi, a ricordo dei caduti della montagna e dei soci
defunti. Per l'occasione è stato pure edito un libro
ricordo dei sessant'anni della "Giovane
Montagna" di Venezia, con il frontespizio in
un'emblematica foto che incrocia la basilica di San
Marco con la felice salita verso le più alte cime di
tre giovani scalatori "in cordata".
Titta
Bianchini |
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