Lunedi', 30 ottobre 2006
"Sono un po' fuori quota e quindi non completamente abile ...
"Sono un po' fuori quota e quindi non completamente abile per le grandi salite: tuttavia credo di sapermi ancora battere con onore", ha detto il Patriarca Angelo Scola nel ricevere la tessera di socio onorario della "Giovane Montagna", consegnatagli dal presidente nazionale Luciano Caprile, nel corso della solenne celebrazione eucaristica svoltasi sabato pomeriggio nella basilica di San Marco. "Proseguite, ha pure sottolineato, con la vostra intensa partecipazione per avere la forza di riprendere con gioia e speranza la via delle montagne e testimoniare Gesù, speranza del mondo". E dall'intero uditorio - più di mille persone - un prolungato applauso all'indirizzo di Scola, appassionato della montagna - ha ricordato Caprile - e quindi ancora di più "nostro amico". Una festa per i 60 anni della "Giovane Montagna" di Venezia, con varie iniziative, tra cui l'assemblea a San Teodoro e le visite alle isole degli Armeni e di San Giorgio. "È l'occasione, ha detto il presidente veneziano Tita Piasentini, per rinsaldare l'identità e il legame ecclesiale della nostra organizzazione, ma anche per la gioia di ospitare, per la prima volta, i rappresentanti di sezione d'Italia, quale segno di appartenenza e di unità in quei valori umani e cristiani che permeano la nostra organizzazione". E il coro "Marmolada ", diretto dal m. Lucio Finco ha accompagnato le fasi più significative della celebrazione con alcuni canti: all'inizio "Fratello sole, sorella luna" e successivamente il "Ti Bie Paiom" (a te cantiam), ripreso da una liturgia russo-ortodossa. Ma il momento più emozionante - dopo che il Patriarca, un po' commosso, ha ricevuto anche la "nomina" a "capo cordata" e guida spirituale di tutta la "Giovane" - è stata al termine quando il coro ha interpretato "Signore delle cime", di De Marzi, a ricordo dei caduti della montagna e dei soci defunti. Per l'occasione è stato pure edito un libro ricordo dei sessant'anni della "Giovane Montagna" di Venezia, con il frontespizio in un'emblematica foto che incrocia la basilica di San Marco con la felice salita verso le più alte cime di tre giovani scalatori "in cordata".

Titta Bianchini