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Marmoléda

MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Giugno 2016 - Anno 18 -n.2 (68)

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LASCIATEMI DIVERTIRE...!

(le (molte!) curiosità nel magico mondo musicale)

 di Alessandro Zanon

 

Tri tri tri Fru fru fru

uhi uhi uhi ihu ihu ihu...

Non preoccupatevi sto bene, non sono impazzito!

Questi strani suoni sono l'inizio di una perlomeno curiosa poesia di Aldo Palazzeschi “Lasciatemi divertire” (1910).

Perché ho voluto iniziare il mio consueto appuntamento con i lettori di Marmoléda in questo modo bizzarro?

Per due motivi, il primo é per stemperare il clima un po' teso che regna in coro ultimamente circa il fatto che siamo “tristi” , siamo “pochi”, qualcuno é in aspettativa e via dicendo.

Il secondo motivo é perché a fine attività, prima delle meritate ferie estive, mi voglio divertire ( e voglio divertire anche voi) attraverso le moltissime curiosità del mondo della musica.

 

Cominciamo da qualche notizia medico-scientifica ASSOLUTAMENTE VERA!

Quando si ascolta la propria musica preferita, il cervello rilascia dopamina, l'"ormone del piacere", associato anche all'atto di cibarsi, di dissetarsi e alla sessualità.  

La musica rende il cibo più saporito.

Uno studio della Oxford University ha scoperto che la musica può influenzare il sapore del cibo che si sta mangiando, proprio come l’odore e l’aspetto di una qualsiasi pietanza.

Sembra incredibile, eppure è proprio così.

Con dei suoni bassi il sapore sembra sempre più amaro, i suoni acuti, contrariamente, fanno sembrare qualsiasi cibo più dolce.

Una scoperta che interessa molto le aziende che confezionano cibo: c’è chi sta pensando di produrre un suono più croccante all’apertura dell’involucro, in modo tale che il cibo risulti più fresco.

La musica  aiuta la concentrazione

Tutto questo potrebbe far cambiare idea a molti datori di lavoro o insegnanti che proibiscono l’ascolto di musica in momenti in cui è necessario concentrarsi.

Le distrazioni musicali in realtà non sono distrazioni, al contrario degli stimoli provenienti dalla tv.

Uno studio della Florida International University Centre for Children and Families ha notato come studenti impegnati con esercizi di meditazione e altri nell’ascolto delle band preferite, non presentino nessun a differenza di concentrazione.

 Vi voglio raccontare ora di alcuni brani “strani” che tuttavia proprio per la loro stranezza sono diventati famosi.

Il primo é un brano corale del compositore Paul Hindemith ( morto nel 1963) ed é tratto da “ Sei brani da poesie di Rainer Maria Rilke”. Il Brano in questione si intitola “Puisque Tout Passe” (Poiché tutto passa) ed il testo  dice in pratica: Poiché tutto passa facciamo una melodia passeggera. Cantiamo quello che ci sta lasciando con amore e con arte; siamo più veloci di una  rapida partenza.

Il brano dura... 23 secondi

Altro famoso brano é quello del compositore americano John Cage  dal titolo    “ 4'33” “ scritto (si fa per dire) nel 1952 in quanto il brano consiste in 4 minuti e 33 secondi di perfetto silenzio A questo punto torno un momento indietro all'articolo scritto sul numero scorso in cui raccontavo (ricordate?) come risulta divertente giocare con le note (da Si-Re Mi- Sol-Re-La all'inglese FACE)

Mi ero dimenticato di dire che uno dei giochi musicali più famosi al mondo é quello delle variazioni sulla fuga sul nome BACH. Non é solo un grande omaggio al compositore tedesco ma un gioco che coinvolge le note B (Si) A (La) C (Do)  e H (Si bemolle). A questo tra l'altro si sono appassionati autori quali Rimsky-Korsakov, Schumann, Lizt e, nei tempi moderni, Casella, Poulenc e Petrassi. Un Teorico della musica, un certo Hofstader ha affermato in un suo libro che il gioco potrebbe continuare da...BACH a CAGE, che non solo l'autore di 4'33' ma anche C (Do) A (La) G (Sol) E (Mi).

 

Un brano indubbiamente strano ma di sicuro effetto é quello falsamente attribuito a Gioacchino Rossini, ma in realtà composto dall'inglese Lucas de Pearsall o, come amava farsi chiamare, G.Barthold, su temi rossiniani ed intitolato “Duetto buffo di due gatti” dove una soprano ed una mezzosoprano dialogano... miagolando.

Ne esistono diverse versioni anche sul canale You Tube di Internet ma credo che una delle più divertenti sia quella eseguita da Teresa Berganza con la figlia Cecilia.

 

Un brano indubbiamente molto famoso ( e molto bello!) è la celebre “Moldava di Bedrich Smetana che fa parte del poema sinfonico “Ma Vlast” (La mia patria)

Ascoltatelo attentamente e poi ascoltate  “Ha Tiqvah” (L'inno Nazionale di Israele) e scoprite che quest'ultimmo altro non è che una variazione sul tema della Moldava.

 Vorrei raccontarvi ora alcuni episodi capitati ad artisti più o meno famosi. Assomigliano a molte cose sentite e risentite in coro, da parte del maestro o dei coristi.

 

Il direttore d'orchestra Leopold Stokowski (1882-1977) durante i concerti non tollerava alcun rumore. Una volta smise di dirigere e rivolse alla platea dicendo: “Haendel ha creato questa composizione per archi e ottoni. Nella partitura non c'è neanche una nota per tossi e raffreddori!”

Un pianista principiante e presuntuoso chiese al compositore e pianista italiano Franco Alfano “Sopra il pianoforte dovrei appendere il ritratto di Chopin o quello di Mozart?” “Meglio quello di Beethoven”  “Perché proprio quello di Beethoven?” “Perché Beethoven era sordo!”

 

La bagatella per piano  “Per Elisa” in origine si chiamava “Per Teresa” stando a quanto riportato sul manoscritto originale datato aprile 1810. Si crede che l'errore possa essere dovuto a uno sbaglio di chi lo ricopiò, visto che Beethoven aveva una grafia molto difficile da decifrare.

 

Ed eccovi, per concludere tre “perle” di saggezza: una di un musicista, Brahms e due di un poeta, premio nobel per la letteratura Rabindranath Tagore.

La prima la dedico volentieri e con molta amicizia a coloro che ci dicono che siano tristi:

A un mediocre cantante che, dopo aver storpiato alcuni suoi Lieder, gli chiese un commento, Brahms rispose: Cantare é difficile. Ma alle volte ascoltare é più difficile!

E Tagore non é da meno

“Dio mi rispetta quando lavoro, ma Dio mi ama quando canto”

“Colui che canta passa dalla gioia alla melodia, colui che ascolta dalla melodia alla gioia” 

 

Non posso concludere senza dare il mio benvenuto in coro all'amico Pierandrea! Unico difetto: non canti con i Bassi!

 

Buona estate a tutti!