Torna alla pagina principale di

Marmoléda

MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Giugno 2017 - Anno 19 - N. 2 (72)

 

 

 

Il ritorno della Fenice

di Pierandrea Gagliardi

Sono passati 15 anni da quando, con la mia società Controcampo, ho realizzato il documentario sulla rinascita del Gran Teatro La Fenice di Venezia.

Eppure, rivedere il film l’altra sera,  presso la sede del Coro Marmoilada, mi ha ancora profondamente emozionato.

E’ stata una sfida complessa ed affascinante, raccontare in un film, della durata di circa 30 minuti,  la ricostruzione del Gran Teatro La Fenice.

Il primo impegno è stato quello di capire come si articolava il cantiere di San Fantin, quanti e quali erano i cantieri esterni, quali erano i tempi di realizzazione, quali i protagonisti della ricostruzione: architetti, progettisti, ingegneri, tecnici, artigiani, ecc.., tutto ciò all’interno del limite di tempo imposto per la ricostruzione, 630 giorni.

Questo lavoro di acquisizione di informazioni da parte del regista, e di costante adeguamento delle uscite di ripresa, è continuato in sostanza fino al giorno d’inaugurazione del teatro.

Il cantiere, infatti, procedendo nei lavori, subiva continuamente dei cambiamenti di programma, allo scopo di ottimizzare energie e tempi. Questo ci ha obbligati ad una notevole elasticità.

Si è deciso così di utilizzare una troupe leggera, facile da convocare e da far giungere in Teatro. La troupe era composta dal regista, praticamente sempre presente e da un cameramen. Le dotazioni tecniche della troupe, sono state: telecamera Betacam SP con ottica normale e ottica grandangolare, cavalletto e fonica.

L’impossibilità di portare corrente elettrica nei luoghi di ripresa, se non intralciando le già difficili operazioni di cantiere ci ha obbligato a sfruttare il più possibile la luce naturale e quando presente, ad approfittare dell’illuminazione di cantiere.

Data la pericolosità del cantiere, regista ed operatore hanno dovuto dotarsi di uno speciale pass, scarpe antinfortunistiche, e caschetto.  Durante i primi otto mesi di riprese la troupe è stata quasi sempre accompagnata da un addetto alla sicurezza. I percorsi per muoversi all’interno del cantiere, infatti, risultavano difficili e pericolosi.

Grazie alla collaborazione con la direzione lavori della SACAIM, si è potuto stabilire un discreto flusso di informazioni per riuscire ad essere tempestivamente avvisati nei momenti più significativi della ricostruzione.

Il contratto per la realizzazione del documentario, ha previsto un totale di 60 uscite di ripresa di mezza giornata ciascuna (4 ore lavorative).

Questo limite alle riprese, imposto dal budget, ci ha obbligato a fare una continua selezione delle diverse lavorazioni da riprendere.

Basti pensare che oltre al cantiere di San Fantin, altre centinaia di aziende ed imprese artigiane, hanno lavorato alla realizzazione di parti del teatro.

Le ultime riprese del teatro finito, si sono concluse la notte prima del concerto inaugurale tenuto da Riccardo Muti il 14 dicembre 2003.

Il documentario concluso, è stato così consegnato, come da accordi con il committente, due giorni dopo l’apertura del Teatro.

In totale sono state registrate 70 cassette Betacam SP da 30 minuti per un totale di circa 35 ore di riprese.

Realizzare quesato documentario è stato per me un’esperienza professionale ed umana fra le più belle che ho avuto in tanti anni di questo lavoro.

____________________________________________________________

 

Schema cronologico:

 

Il 29 gennaio 1996 brucia il Teatro La Fenice 

Nel febbraio del 2002 iniziano i lavori.

Alla SACAIM di Venezia viene dato l’incarico della ricostruzione.

I giorni dedicati per contratto alla ricostruzione: 630.

Nel dicembre 2003 riapre il Teatro ricostruito.

I miliardi di lire spesi: 110.