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Marmoléda

MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Dicembre 2017 - Anno 19 - N. 4 (74)

 

 

 

ADIO VENESSIA ADIO

Il canto del commiato da Venezia

 

di Alessandro Zanon

 

Diciotto (anzi diciaoto) Novembre di 100 anni fa. La gente di Venezia e del Veneziano é in fuga.

Dopo la disfatta di Caporetto e per paura di ripercussioni da parte delle forze austro ungariche, i Veneziani scappano. Prendono il vaporetto e via...lontano!

 

Andandosene intonano alla loro città uno struggente canto d'addio in cui raccontano il loro esodo.

Il canto che ne emerge, con una struttura musicale assai semplice e con un testo in lingua italiana con elementi di veneziano, e che appartiene alla numerosa serie di “canti del commiato” ( tra cui “Addio mia Bella Addio”- di impronta risorgimentale e “Addio Lugano Bella” che ricorda la cacciata degli anarchici dalla Svizzera all'inzio del 20° secolo) è stato trovato, raccolto e studiato nel 1966 dal cantautore e ricercatore veneziano Gualtiero Bertelli che lo ho scoperto dalle zie

Lidia e Linda Gottardo che a loro volta lo avevano imparato dalla nonna.

In questa versione il canto, appare, eseguito dallo stesso Bertelli con vari interpreti, appartenenti al “Canzoniere Popolare Veneto”, nel doppio LP “Addio Venessia Addio” (ora doppio CD)  con moltissime canzoni e stornelli tradizionali (nello stesso album compare anche “E mi me ne so 'ndao” -Peregrinazioni Lagunarie- e il “Canto dei Batttipali”) ed alcuni brani d'autore di Bertelli.

 

Lo stesso canto, pur con qualche variazione, é stato poi trovato nel 1975 da Luisa Ronchini col titolo “Canto dei profughi veneti” da una certa Noemi.

 

Le strofe eseguite dal Coro Marmolada sono solo una parte in quanto il canto continua e racconta di come venivano trattati i profughi veneziani e veneti “ per colassione la carne congelada che dentro ghe conteneva qualche bona pissada” e “ai poveri bambini un poca de acqua sporca”.

 

Mi pare di sentire i commenti dei piemontesi, dei lombardi, dei toscani, dei marchigiani e di tutti coloro che accolsero i veneziani … che non pensino di mangiare gratis … ma che stiano a casa loro … a loro basta bere e non lavorano...

magari rubano … magari ci violentano le figlie … magari .. magari …

 

I profughi di oggi non prendono il vaporetto, ma la nave.

Non cantano più “Adio Venessia Adio”, ma “ Adio Siria, Mali, Mauritania, Senegal, Egitto, ecc.”

E noi? Forse non ricordiamo ma diciamo ancora le parole che i nostri nonni hanno ricevuto, offriamo gli stessi commenti sprezzanti aggiungendo spesso e volentieri che “abitano in alberghi di lusso” e “ricevono un sacco di soldi per non lavorare”

 

La perdita della memoria non é giustificata  nemmeno per via dell'età (cento anni sono pochi per dimenticare).

 

Anche perchè altrimenti si rischia di rendere vera la profezia del poeta e saggista spagnolo George Santayana (1863-1952): Coloro che non ricordano il proprio passato sono destinati a riviverlo!”

 

Canzoniere1.jpg   Canzoniere2.jpg

 

(copertina e retro copertina dell'LP “Addio Venezia Addio”)