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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Marzo 2018 - Anno 20 - N. 1 (75)

 

 

 

SE TU VÊNS CÀ SU TA ' CRÊTIS …

(Stelutis Alpinis e il suo compositore)

 

di Alessandro Zanon

Firenze, piazza del Mercato.

Vicino alla celebre statua del “Porcellino” ( che tutto pare tranne un porcellino, forse un piccolo cinghiale?) esisteva un tempo l'Osteria “ del Porcellino”.

                                           

       Il “ Porcellino”                                                                      Mercato di Firenze                                            

 

Fine novembre/inizio dicembre 1917.

Un avventore entra all'osteria.

“Arturo, come va? Il solito quartino? “

Arturo ha 48 anni anni ed é originario di Pontebba, Friuli. “Applicato” nel Comune di Pontebba, direttore della Banda musicale locale, e maestro di un piccolo coro si trova qui insieme ad alcuni suoi concittadini. E' dovuto fuggire dalla sua città, dalla sua regione territorio di guerra.

Dopo la disfatta di Caporetto c'è paura e molti friulani e veneti scappano.

A Arturo piace molto Firenze, ma gli manca tanto il suo Friuli.

Prende un pezzo di carta, una matita e quasi di getto scrive i versi di una struggente poesia

 

“Se verrai quassù fra le rocce...” (Se tu vêns cà su ta' crêtis).

La sua terra martoriata viene raccontata in  una sorta di “saudade”, ma diviene ben presto un canto d'amore.

Amore che si concretizza nella Stella Alpina pegno d'amore tra il soldato morto in guerra,  e la sua fidanzata  e il cui spirito “svole” (aleggia) tutto intorno.

   

Terminato il testo Arturo siede al pianoforte e questo testo diventa un canto che prende spunto dalle “Villotte Friulane”.

 

Nel mese di gennaio 1918 all'osteria “del Porcellino” un gruppo di amici friulani diretti da Arturo cantano per la prima volta un canto che lascerà un segno profondo nella produzione di canto di ispirazione popolare e diverrà quello che si potrebbe definire “L'Inno Ufficiale del Friuli”:  STELUTIS ALPINIS.

 

Non so se sia proprio andata così la storia ma  è certo che il maestro Arturo Zardini probabilmente non immaginava che il suo Stelutis diventasse un canto così importante.

 

Nato a Pontebba nel 1869 Zardini, terminato il serivizio militare torna a Pontebba dove ha un incarico amministrativo ma nello stempo conduce la banda  e forma un piccolo coro.

Pontebba é un paesino al confine con l'Austria ( solamente un torrente lo divideva dal villaggio austriavo di Pontafel e quindi con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Zardini si trova costretto a scappare.

 

Profugo prima a Moggio e quindi ad Udine, scappa a Firenze nel 1917  e qui come si è detto a fine novembre/inizio dicembre 1918 compone Stelutis Alpinis.

Tornerà nella sua Pontebba nel 1919 a guerra finita dove continuerà la sua opera di compositore di villotte, canti ispirazione popolare, canti sacri ed a armonizzare alcune cante friulane ormai quasi dimenticate.

Lavorerà come non mai sino al 20 ottobre 1922 quando un'insufficienza renale lo costringerà a letto.

Il 9 dicembre viene ricoverato presso l'ospedale di Udine dove morirà il 4 gennaio 1923 a soli 54 anni.

 

La sua produzione di composizioni originali e di arrangiamenti è stata recentemente recuperata sotto l'egida del Coro Marmolada, grazie anche all'interessamento di Giuliano Rui, nipote di Zardini che ha capito il grande valore documentale dell’opera del nonno ed é stata pubblicata a cura di Sergio Piovesan.

 

Nel 2008 il “Fogolar Furlan” ha apposto, con il permesso del Comune di Firenze, all'Osteria “del Porcellino” ( che ora non è più un'osteria per un ristorante 'à la mode')

una targa per ricordarlo.

Sopratutto per ricordare il suo celebre canto che probabilmente è il canto di ispirazione popolare tra i più famosi in Italia

 

Cogli, su, cogli una stella alpina:essa ti ricorderà il nostro amore[...]il mio spirito ti aleggerà intorno: io e la stella saremo con te.

(Cjol sù, cjol une stelute:jé a ricuarde il nestri bên […] il miò spirt atôr ti svole:io e la stele sin cun te)

 

              

 il M° Arturo Zardini                     La Lapide del Fogolar Furlan di Firenze