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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Giugno 2018 - Anno 20 - N. 2 (76)

 

 

Il primo "33 giri"del Coro Marmolada

di Sergio Piovesan

 

Alla fine dell'ultimo concerto del nostro coro a Dese (26 maggio) uno spettatore ha fatto presente al nostro direttore di avere il primo 33 giri del Coro Marmolada del 1966, cosa che risultò nuova a lui. Detto fatto, lo spettatore ha regalato il disco al Coro, disco che non si trovava nei nostri archivi, ma che alcuni coristi di allora l'hanno; ed io sono uno di questi, e posso raccontarne la storia.

Il disco non è in commercio e ne sono state fatte solo un numero di copie limitato.

La registrazione dei canti è stata eseguita durante i due concerti presso l'Auditorium del CERN di Ginevra del 6 e 7 ottobre del 1966 da uno staff tecnico di quell'organizzazione. Poi la riproduzione delle copie si deve allo "Studio BVM" di Ginevra, che precisa, però, nell'etichetta di non aver provveduto alla registrazione.

Il coro che si ascolta è formato da giovani e l'organico, completamente rinnovato rispetto a quello degli anni '50, si era formato poco più di un anno prima.

Il repertorio (1) è formato in parte dai tradizionali "canti alpini e di montagna", cosa che allora tutti i cori del nostro tipo eseguivano quasi totalmente, ed anche -e fummo tra i primi in Italia- quei canti che poi furono definiti "d'autore d'ispirazione popolare". Nel nostro caso sono tutti canti di Bepi De Marzi che in quegli anni stava venendo alla ribalta nel mondo corale e uno dei primi a capire la grandezza di quest'autore fu proprio il nostro maestro di allora Lucio Finco, che poi ci accompagnò fino al 2009.

Ovviamente il disco è molto rovinato, ma cercheremo di trovare qualche copia più ascoltabile per poi trasferirla su supporti più moderni, sperando di migliorare il sonoro.

Desidero rilevare come in due canti i testi comprendono anche strofe cosiddette apocrife: in "Signore delle cime" si trova inclusa una strofa non originale, la seconda, perché lo spartito ci pervenne da un altro coro il cui maestro era l'autore di questi versi apocrifi; in "Stelutis alpinis" si trovano anche le due strofe finali, non di Zardini, perché queste, pur apocrife, erano cantate dagli alpini e il "Marmolada" allora era legato all'Associazione Alpini (ANA) (2). 

La riscoperta di questo "33 giri" (per alcuni) è importante dal punto di vista "storico" perché avviene proprio in prossimità dei prossimi settant'anni del "Marmolada" che, come risaputo, ufficialmente debuttò il 7 dicembre del 1949. 

 

(1) Repertorio: "Monte Canino",  "Signore delle cime", "Sul ponte di Bassano".

"Stelutis alpinis", "L'ultima notte", "Canto de not in montagna", "Ta - pum", "Joska la rossa", "Monte Pasubio", "Son vegnù da Montebel".  

(I canti sottolineati sono di De Marzi) 

 

(2) Negli anni immediatamente seguenti tute le strofe apocrife furono abbandonate e, per quanto riguarda quelle di "Stelutis alpinis", rimando ad un mio articolo su "Marmoléda" che trovate anche a pag. 80 nella raccolta "Vi racconto un canto" a questo collegamento:

http://www.piovesan.net/EBOOK/Vi%20racconto%20un%20canto%20-%20Ed.Nov.2014.pdf