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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Dicembre 2018 - Anno 20 - N. 4 (78)

 

Editoriale

 

Ogni tanto fa bene rileggere, in questo caso riproporre, cosa hanno espresso, in passato, uomini, artisti, poeti che hanno lasciato senz'altro un segno nella nostra cultura.

Per questo pensiamo di sottoporre, come editoriale,  alla vostra e nostra lettura quanto ebbe a scrivere un grande uomo, un grande artista, un grande pensatore, nonché un grande sacerdote incompreso, Padre David Maria Turoldo. 

 

"Un coro… cuori e voci. Cuori che fanno vibrare lo strumento più affascinante.

E più difficile da dominare. Ma anche il più melodioso da ascoltare, lo strumento più antico: la propria voce… se stessi.

È il cuore che trasforma i suoni in canto.

E il canto in arte. Perché è il cuore che fa vibrare le corde vocali. E fa vibrare il cuore di chi ascolta…

Nulla c’è di più nobile del canto, virtù salvatrice dell’umanità. Per questo quando un popolo canta c’è da sperare ancora.

Nulla fonde animi e caratteri quanto un coro, quando è vero coro; quanto sentirsi componenti di un coro, allora l’appuntamento, il ritrovarsi e il sentirsi presenza necessaria a cantare, è come un convertire di innamorati. Allora il sacrificio diventa spontanea gioia e stima per vivere. Il canto ci mostra una realtà che merita di essere desiderata, ci mostra noi stessi come dovremmo essere se fossimo meritevoli del mondo.

La voce umana, elevata nel canto, crea l’occasione di sciogliere per un istante i catenacci dell’universo, permettendoci di scorgere un frammento di ciò che nascondono: un lampo dell’ineffabile.”