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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Dicembre 2018 - Anno 20 - N. 4 (78)

 

Con armonia e con il cuore

di Alessandro Zanon  

Alcuni anni fa, quando risiedevo in un piccolo paese in provincia di Milano, mi capitò di partecipare al saggio finale della locale scuola di musica.

Quella sera c'era il saggio di chitarra classica, strumento che adoro e che mi diletto a suonare.

Il presentatore annuncia una ragazza che avrebbe eseguito la celeberrima “Bourrèe” di Bach tratta dalla Suite N.1 per liuto (la cui più famosa versione è quella rock eseguita dai Jethro Tull).

Si presenta una ragazzina molto carina e molto elegante ( sia negli abiti che nel portamento) ed esegue il brano con una maestria tecnica non indifferente. Il brano è stato eseguito in modo impeccabile. La ragazza però non era riuscita a trasmettere alcuna emozione. Un piccolo applauso finale ha sancito il termine del suo brano.

Poco dopo  il presentatore ha annunciato l'esecuzione di “Asturias” di Isaac Albeniz, uno dei brani, a mio avviso, più belli del repertorio chitarristico di fine '800.

Si presenta un ragazzo, capelli lunghi, aria un po' trasandata, una maglietta buttata là, un paio di jeans abbastanza logori ed inizia a suonare.

Ha fatto qualche clamoroso errore o “stecca” ma quello che è riuscito a trasmettere eseguendo quelle note è stato così emozionante che alla fine poco mancava che ci fosse la Standing Ovation.

Aveva “raccontato” il brano con il cuore, ha fatto vibrare i nostri cuori di forti emozioni.

L'ideale ovviamente sarebbe unire la tecnica della ragazza alle emozioni suscitate dal ragazzo.

Ma se potessi scegliere tra le due, e potessi decidere solo una opzione, sceglierei senza dubbio la seconda.

 

Qualcosa di simile è capitato al coro Marmolada nei due recenti interventi alla Sala San Leonardo a Venezia e nella chiesetta di San Martino in Strata a Campalto.

Alcuni errori ci sono stati, siamo umani!, come anche il maestro ha rilevato, ma c'è stata una fusione e un'armonia che ci ha fatto stare bene e ha permesso al pubblico di godere al pieno delle nostre melodie.

 

Quello però che mi ha commosso di più è stata l'armonia che si è creata tra noi e il coro Arnica nell'incontro corale del 9 novembre a Venezia.

I cori ospiti sono spesso un'incognita.

Certo c'è sempre molta cordialità, specie nella parte post-concerto di libagioni e dintorni (penso ancora all'ottimo risotto di suca e luganega!)

Con il coro Arnica ho verificato una sensazione che avevo, nella mia esperienza di corista del Marmolada, sperimentato solo un'altra volta con un altro coro : una grande armonia, un qualcosa che non è solo ritrovarci per cantare ma per condividere qualcosa di più profondo....  “dolce è sentire....”

Mi auguro che il Marmolada, pur affinando la sua tecnica non perda mai questa fusione che giorno dopo giorno, da 70 anni, si sta creando.

 

In un libro di poesie che ho scritto e pubblicato qualche anno fa, l'amico Nantas Salvalaggio, nell'introduzione mi scrive ….negli anni a venire sicuramente affinerai la tua tecnica, ma non scordarti mai il cuore. Senza cuore non c'è poesia...!

Una cosa molto simile, riferita al canto, la disse un giorno l'indimenticato Augusto Daolio, fondatore e voce del complesso de i “Nomadi”:

“Se canti solo con la voce, prima o poi dovrai tacere.

Canta con il cuore, affinché tu non debba mai tacere....!”