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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Febbraio 2019 - Anno 21 - N. 1 (79)

 

Sono le due e mezza dell’8 dicembre...

di Rolando Basso

 

Sono le due e mezza dell’8 dicembre.

L’appuntamento è fissato in Campo San Fantin. Dobbiamo fare la fotografia di gruppo sulla scalinata che porta all’ingresso principale del teatro. Questo pomeriggio canteremo alla Fenice!

No, non è uno scherzo. È proprio vero. Ci ha voluto Bepi De Marzi!

La tensione è palpabile; si percepisce dai comportamenti dei coristi e del maestro. Addirittura un corista ha sbagliato i tempi, arriva tardi e salta la foto di gruppo.

Non è la prima volta che il Marmolada si esibisce in sedi prestigiose veneziane. Il 9 dicembre 1999 ha cantato in Basilica si San Marco per celebrare il cinquantesimo di attività; unico coro con repertorio di ispirazione popolare ammesso in quella sede per un suo concerto. Dieci anni dopo ha festeggiato il sessantesimo al teatro Malibran. Innumerevoli i concerti tenuti nelle sale Capitolari delle Schole, nelle Basiliche dei Frari e di San Giovanni e Paolo, nelle varie chiese veneziane.

Ci mancava solo il Gran Teatro La Fenice, l’irraggiungibile tempio del canto da sempre sede inaccessibile ai cori di ispirazione popolare.

Quando più tardi si alzerà il sipario, per la prima volta dopo la ricostruzione, dal quel prestigioso palcoscenico si alzeranno le voci del coro Marmolada di Venezia, del Coro femminile Col di Lana di Livinallongo e del Coro Misto di Agordo nel concerto di canti di ispirazione popolare “Musica per le nostre montagne”, con la partecipazione del soprano Chiara Isotton e del tenore Walter Fraccaro, accompagnati da Ulisse Trabacchin al pianoforte che interpreteranno alcune arie.

Un possibilità così straordinaria per il nostro coro si è concretizzata grazie all’eccezionale catena di solidarietà successiva alla terribile ondata di maltempo di qualche settimana precedente che ha ferito indelebilmente le comunità montane del Veneto e, in parte, del Friuli e Trentino.

Infatti, come affermato dal soprintendente Fortunato Ortombina, che ha raccolto l'intuizione del sindaco Brugnaro e messo a disposizione il Gran Teatro per il concerto di beneficenza a cura di Bepi De Marzi finalizzato a raccogliere fondi che il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, consegnerà poi nelle mani del presidente della Regione, Luca Zaia, “La Fenice è il tempio del canto e nel tempio del canto non può mancare il canto delle montagne”.

Ci fanno entrare dall’Ingresso Artisti e, muniti di pass, ci fanno accomodare nello spogliatoio assegnatoci che condivideremo con il Mo Bepi De Marzi.

Il tempo di posare le borse e subito dobbiamo andare in palcoscenico per le prove. Siamo presi in carico dalla regia del teatro che ci fa provare l’entrata e l’uscita dal palco. La prova acustica ci fa apprezzare le ottime caratteristiche del teatro che confermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, la fama mondiale di tempio della musica. Infine “servizio fotografico” del coro con sfondo la platea e i palchi o il fondale con il logo del teatro.

Rientriamo in camerino e comincia l’attesa. Una tazza di caffè, una bibita, un bicchiere d’acqua. Chi cerca di stemperare la tensione seduto nei comodi divanetti, chi passeggiando nel camerino e nei corridoi adiacenti.

I più anziani scambiano qualche battuta con il Mo De Marzi rammentando il concerto della SAT di Trento, tenuto nel 1989 nello stesso teatro per i quarant’anni del Coro Marmolada.

Il nostro maestro ci chiama a raccolta per lo scaldavoce e per le ultime istruzioni. Ripassiamo i canti che più tardi eseguiremo in pubblico.

Sono con noi anche due cineoperatori che dovranno registrare, riprendere e fotografare la nostra performance. Non siamo abituati a questo tipo di attenzione che percepiamo come invadente durante lo scaldavoce, ci distrae e ne siamo infastiditi.

È l’ora. Lasciamo il camerino per portarci dietro le quinte. Sono iniziati i discorsi delle autorità presenti, fra cui quello del sindaco di Venezia, promotore dell’evento, che sottolinea la vicinanza della Città e di tutto il territorio metropolitano a chi è in difficoltà. Fra poco apriremo la serata.

Il Mo De Marzi ci presenta; la regia ci fa entrare. La platea e i palchi gremiti ci accolgono con un caloroso applauso. Un leggero brivido corre lungo la schiena. Poi …

La tensione accumulata fino a quel momento si scioglie e cominciamo a cantare.

 

 

Foto di Stefano Marchiante