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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Febbraio 2019 - Anno 21 - N. 1 (79)

 

I profanatori del tempio

 di Enrico Pagnin

 

Quello di tempio è un concetto fondato sulla separazione: una linea o un muro separano il luogo sacro dal luogo profano.

Il teatro “La Fenice” è il tempio del  bel canto  e della musica dotta in generale.

Suoi sacerdoti sono i migliori professionisti del canto lirico, gli orchestrali e i direttori d'orchestra.

C'erano tutte le premesse perché i tre cori esecutori di musica cosiddetta “di ispirazione popolare” che hanno partecipato alla manifestazione, accanto a un soprano e un tenore, entrambi di fama internazionale e al pianista che li accompagnava, si sentissero un pochino dei profanatori del tempio.

Ed effettivamente l'impatto visivo è incredibilmente forte per chi è abituato a cantare nelle chiese o in piccoli teatri (per non parlare di aule magne e persino palestre).

Questa volta, però, al di là dei fini solidaristici, il tempio ci accoglieva “inter pares” (una novità che negli anni '70 avrebbe mandato in visibilio chi pensava che tutto ciò che è popolare è bello).

Il presentatore, appassionato e sincero (se pur sempre una vecchia volpe), ha preparato il terreno perché tutto il pubblico, assai eterogeneo, potesse gradire quel tipo di canto.

Ne è risultato il massimo impegno da parte nostra e la calda accoglienza da parte degli spettatori.

Non c'è che dire: una splendida esperienza che invoglia noi coristi a dare il meglio.

E forse avvicina al canto di ispirazione popolare gente che non lo conosceva, soltanto perché non ne aveva mai avuta l'occasione.

 

Foto di Stefano Marchiante