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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Febbraio 2019 - Anno 21 - N. 1 (79)

Il sogno di Anna

di Alessandro Zanon  

 

Lunedì 29 gennaio 1996. Poco prima delle 9 di sera.

Mi telefona mio cognato che per un impegno si era trovato a passare in campo Manin “C'è del fumo e del fuoco! Non sono sicuro ma qui dicono che sta bruciando il Teatro la Fenice. Prova a guardare in Tv!”

Ho acceso la televisione e ne ho avuto la conferma, la Fenice stava andando a fuoco.

La mattina successiva mi trovo a Portogruaro in una scuola superiore dove insegnavo. Avevo una 4a. Dico alla classe: “Lo sapete che stanotte è bruciata la Fenice?”

Tutti restano sbigottiti. Anna, una ragazza diciottenne, scoppia in lacrime e fra i singhiozzi mi chiede: “Davvero? E' sicuro?” E poi aggiunge : ”La settimana prossima avrei dovuto esibirmi alla Fenice per una saggio. I vincitori avrebbero fatto un corso speciale per diventare le nuovi voci soliste. Io ho studiato da soprano! Sarebbe stato un ottimo trampolino di lancio. Sarebbe stato un bell'inizio!”

 

Io conoscevo bene la Fenice. I miei mi facevano ogni anno l'abbonamento per la stagione operistica, e poi i concerti di musica classica e di musica jazz ( là ho ascoltato per la prima volta il grande batterista Max Roach, uno dei più grandi percussionisti jazz al mondo, là ho avuto il piacere e l'onore di vedere il mio “idolo” da ragazzino, il chitarrista Andrès Segovia ).

La Fenice ha sempre rappresentato per me un luogo magico, coinvolgente che comunque apparteneva ad altri. Io ne ero solo un fruitore.

 

Quando quel pomeriggio dell'8 dicembre 2018 sono entrato assieme agli altri coristi dall'Ingresso Artisti tuttavia il cuore ha iniziato a battere all'impazzata.   (E chi mi conosce sa che non ho problemi cardiaci!).

Stavo entrando alla Fenice non come spettatore ma come artista, mi stavo impossessando del “mio” teatro.

Entrando in palco per le prove mi sono guardato intorno e ne ho visto la maestosità ma anche l'accoglienza che emanava dalle travi, dalle mura, dagli stucchi, dalle rifiniture in foglia d'oro.

Mi sentivo a casa.

Terminata la nostra parte e prima del canto finale mi sono sentito felice. Mi ero esibito con il mio coro nel mio teatro. Mi sono sentito parte di un grande unico disegno.

Ciò che mi ha confortato è vedere tante persone, tra cui molti Vip, che ci hanno incoraggiato.

Mi sono ricordato delle parole scritte nel retro di copertina del primo LP del Coro Marmolada, che avevo a casa “Il canto era appena finito. Un momento di silenzio e poi un applauso, un applauso scrosciante che fa bene al cuore...”

 

Ogni tanto penso ad Anna. Oggi dovrebbe avere intorno ai 40 anni.

Non l'ho più vista, ne' ho avuto più notizie di lei né dei suoi compagni, se non l'anno successivo in cui alcuni colleghi mi hanno informato (insegnavo in un'altra scuola) dei risultati, la maggior parte assolutamente brillanti, conseguiti all'esame di Maturità.

Chissà se Anna è poi riuscita da qualche parte a fare il suo saggio. Chissà se ha continuato a cantare ed a esibirsi.

Con Anna ho condiviso qualcosa di bello: ho condiviso un sogno.

Se lei è riuscita a “sfondare” ho condiviso con lei la gioia di esibirsi in un teatro “magico”.

Se ha cambiato completamente la sua strada, allora lei condivide con me il suo sogno.

Un sogno bellissimo, un sogno che risognerei ogni notte.

Un sogno che è diventato un punto di partenza, ma un punto di partenza particolare.

 

L'8 dicembre, quasi 13 anni dopo, si è realizzato un grande sogno della mia vita.

"E se uno sogna" -come diceva l'arcivescovo di Recife dom Helder Camara- "il suo resta solo un sogno. Ma se molti sognano lo stesso sogno questo è l'inizio della realtà....!"

 

 

Foto di Pierandrea Gagliardi