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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Gennaio 2020 - Anno 22 - N.1 (82)

 

 

70 anni e non sentirli

di Nicola Bergamo

 

“La libertà esiste solo nel regno dei sogni

e la bellezza fiorisce solo nel canto”

(Friedrich Schiller)

 

         La mia esperienza con il Coro Marmolada è iniziata per una fortuita casualità. Mentre scorrevo Facebook sul mio cellulare ho visto il loro spot. La canzone che sentii mi colpì subito per via della coralità, dell’impatto emotivo e ovviamente per la splendida lingua antica. Ho scoperto dopo che “e mi me ne so ‘ndao” era un loro cavallo di battaglia, e che cavallo!

         Mi feci forza, e decisi di accogliere il loro invito: “Il Coro Marmolada cerca voci maschili”. Mi bastarono due sedute per capire che la cosa mi piaceva e soprattutto mi divertiva. Non avevo mai cantato, sebbene la musica fosse stata parte integrante della mia formazione scolastica in tenera età. Mentre i miei compagni ascoltavano Samantha Fox, io ero affascinato dalla Carmen di Bizet o dal Barbiere di Siviglia, poi le cose cambiarono, come quasi sempre accade con l’avvento del periodo adolescenziale. La mia voglia di cantare lirica svanì velocemente, dimenticando così anche la memoria del mio povero nonno che si era esibito per lungo tempo come tenore.

         Quando iniziai a frequentare il Coro non mi immaginavo che tutto sarebbe riemerso così veementemente tanto da convincermi a continuare. Ho dovuto combattere contro la mia innata timidezza nel fare cose senza aver basi solidissime, e dopo aver capito il registro della mia voce grazie alla prova fatta con il maestro, ho iniziato lentamente ad addentrarmi tra le fila dei baritoni dove ho trovato due persone, Enrico e Livio, che mi hanno aiutato sin da subito e sentirmi più a mio agio.

         Le settimane sono passate velocemente e da maggio mi sono trovato in prossimità della data fatidica per il Coro, l’8 dicembre del 2018, per i 70 anni di attività. L’emozione era palpabile e così anche il normale nervosismo. La sede della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista è stato un degno altare dove questo Coro ha potuto esprimere con forza e con esperienza le grandi capacità arguite negli anni. Io e il collega Stefano, entrambi cadetti, ci siamo dati da fare affinché la parte organizzativa più spiccia andasse a buon fine, e così ci siamo trovati a controllare i biglietti all’ingresso. In pochissimo tempo l’immensa sala del Capitolare, scolpita e progettata in maniera sublime dal genio del Massari, si riempì contenendo più di 300 persone. Mancava poco all’ora fatidica e il silenzio regnava sovrano. Poi la voce narrante del maestro Bepi De Marzi ha spezzato l’aria grave e ha interessato ancora di più la platea chiudendo il cerchio magico composto di musica, arte e storia. Le successive due ore sono state allietate dal Marmolada che ha rapito l’interesse del foltissimo e curiosissimo pubblico.

         Il gran finale non ha tradito le aspettative. E non poteva che essere “e mi me ne so ‘ndao” sublime arrangiamento di un antica canzone lagunare. Brano che guarda a caso, mi aveva avvicinato al gruppo. Grazie al maestro, anche io e Stefano abbiamo partecipato al Coro in questa occasione, dandoci così la possibilità di calpestare il palco e di annusare le crepitante emozione. L’applauso finale ha così sciolto la tensione e l’ha trasformata in una felicità che solo la musica può dare.

         Grazie, quindi, al Coro Marmolada per la splendida avventura che mi sta facendo vivere!