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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Maggio 2020 - Anno 22 - N.2 (83)

 

 

I cori e i coristi al tempo del COVID-19

di Sergio Piovesan

 

Sono passati più di due mesi dal giorno in cui i coristi si sono ritrovati in sede per l'ultima prova; poi tutti a casa, nessun incontro e, quindi, nessun canto.

In questa situazione non si sa quanto si andrà avanti e, sinceramente, devo affermare che il coro mi manca.

Mi manca il cantare assieme, il fare musica assieme -che è cosa diversa dall'ascoltare musica da soli-, mi manca l'incontro con gli amici e lo scambio d'idee ed esperienze musicali, ma anche sociali, e di semplice amicizia.

Tutti e sempre a casa ad eccezione di casi limitati; neppure durante la guerra si stava sempre a casa: sempre in strada a giocare e si correva a casa al suono delle sirene. Anzi, se l'allarme era diurno, avendo proprio davanti a casa una pineta estesa, con i genitori si andava in pineta distesi a terra (ci avevano insegnato che, in caso di scoppio di una bomba, si doveva restare orizzontali al terreno appoggiandosi sulle punte dei piedi e sui gomiti e questo per diminuire gli effetti degli spostamenti d'aria).

Oggi non possiamo fare neppure questo.

Siamo tutti a casa e le città sono quasi deserte. Gli animali, non più disturbati dalla presenza antropica che a Venezia aveva raggiunto numeri elevati a causa dell'abnorme presenza turistica, hanno occupato il territorio o meglio i canali: frotte di anatre selvatiche, ma anche cigni si sono visti nei canali veneziani.

Tutto è fermo e anche la cultura e la musica sono ferme; anche i cori.

Ma adesso, rispetto agli anni della guerra che ricordavo sopra, abbiamo internet! Evviva!

Non potendo trovarsi fisicamente a cantare c'è chi ha provato a cantare utilizzando la tecnologia digitale "video streaming". Cosi, già da alcune settimane sono apparsi video, dove si vedono assieme numerose icone, una per ogni corista che canta, con il sonoro di un canto corale.  

Se questi metodi servono per avvicinare le persone a unirsi -solo virtualmente- mi sembra strano che si possa cantare in quel modo, con una base sonora buona, e mi viene un dubbio, anche perché ho avuto occasione di incontrarmi con gli amici coristi in video conferenza dove ho appurato che non è tutto oro quel che luccica. Infatti, anche con il solo parlare non si riesce, a volte, a capirci vuoi perché non tutti hanno l'ultimo modello di PC, tablet o smartphone, ma anche perché non tutti hanno la capacità di utilizzare al meglio questi strumenti. I collegamenti, poi, non sono sempre fra i migliori; qualcuno usa la fibra altri no; alcuni sono con il wi-fi altro con il PC collegato al modem. Tutte modalità con prestazioni diverse.

Una cosa abbiamo notato, cercando di fare delle prove: i gesti del maestro sono ritardati rispetto al sonoro. Poi le impostazioni dei microfoni e degli altoparlanti hanno effetti diversi con voci più o meno metalliche, per non parlare dei rumori sottofondo.

Appurate da parte del nostro coro queste difficoltà, è stato deciso che non pubblicheremo alcuna nostra esibizione in youtube effettuata con questi sistemi.

Siamo meno bravi degli altri? Tecnologicamente sì!

Però -e scusatemi se sono cattivo- tutte queste pubblicazioni di video costruite in digitale mi sembrano un po' operazioni di facciata che vogliono sfruttare il momento di difficoltà per un po' di pubblicità!

Sono costruzioni molto tecnologiche con l'uso di software sofisticati che non tutti possono permettersi sia economicamente (i cori non nuotano negli euro), sia perché non hanno le conoscenze informatiche a un livello superiore.

L'unica è sperare che passi presto questo brutto momento e che, fra l'altro, si possa riprendere a cantare assieme.