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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Settembre 2020 - Anno 22 - N.3 (84)

 

A pensar male, si fa peccato, ma….

di Enrico Pagnin

 

Come tutti gli altri cori, a causa del corona virus, ci siamo trovati nell’impossibilità di cantare assieme. Anche noi perciò siamo ricorsi alle cosiddette piattaforme che permettono il collegamento contemporaneo di tutti i coristi e il maestro.

Diciamo subito che una certa utilità l’hanno dimostrata: collegandoci voce per voce, in giorni diversi, al maestro, siamo riusciti ad imparare nuove parti, nonché verificare e ripassare canti che si tendeva a dimenticare.

Diciamo altrettanto subito che l’utilità finisce qui. Questi mezzi telematici, infatti, presentano dei limiti tecnici per il momento insuperabili.

Se pensiamo alle dinamiche che entrano in gioco quando si canta assieme, dal sentire gli altri e adeguare volume e timbrica, al seguire il ritmo accompagnati sì dai gesti del maestro, ma anche dalla sua mimica, è facile rendersi conto che venti e più "computers" (diversi per tipologia e qualità) manovrati da persone di diversa competenza, rende le cose assai complicate.

Come se non bastasse non i tutti i luoghi la ricezione è uguale. Per cui messaggi i partenza e messaggi in arrivo partono con ritardi diversi.

Il risultato è che venti persone sentono e vedono cose diverse.

Sorprende perciò vedere in rete dei cori che, con questo sistema (dicono loro),  hanno ottenuto risultati soddisfacenti. Certo, il “prodotto” è confezionato bene: tutti i riquadri coi coristi che cantano, l’esecuzione impeccabile.

E, sottile sottile, il sospetto che le cose non siano andate proprio così.

Per questo il titolo, preso da una famosa battuta di Andreotti (di cui tutti conoscono il finale).