Torna alla pagina principale di Marmoléda

MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Settembre 2020 - Anno 22 - N.3 (84)

 

Elogio della lumaca

 di Alessandro Zanon         

 ...Ed arrivarono i terribili giorni dell'epidemia.... e tutto cambiò.

 No, non sto scherzando: con l'inizio della pandemia tutto è cambiato e niente   è più stato uguale.

 Al di là del lavoro perso, della cassa integrazione attivata ( per me, perlomeno) e, purtroppo, dei molti, dei troppi amici che sono andati in terapia intensiva e qualcuno non è più tornato ( penso con grande affetto al mio ex  vice parroco, don Giuseppe, che è andato in ospedale ad accompagnare il suo  superiore a  Conegliano. Il parroco di Conegliano si è salvato. Lui invece è  “andato avanti” in due/tre giorni), la pandemia da CoronaVirus ci ha dato delle profondissime lezioni di vita.

 Innanzitutto ci ha insegnato l'Inglese.  Io ho sempre pensato che quello che viene emesso da uno starnuto o da un  colpo di tosse fossero delle goccioline d'acqua, e ho scoperto che si chiamano  “droplets”, che vuol dire la stessa cosa, ma è più bello...

 Dovevamo rimanere confinati nelle nostre case ed isolati dagli altri.  In lingua italiana questo si chiama “isolamento” o “confinamento”. No!  Secondo il DCPM si doveva dire “lockdown” che vuol dire la stessa cosa, ma  vuoi mettere? “Come trascorri il lockdown?” suona meglio di “Come passi la fase di isolamento?”

 Abbiamo poi imparato  tutto quello che c'era da imparare sulle mascherine: da quelle sterili, a quelle monouso, a quelle lavabili, da quelle verdi chirurgiche a  quelle bianche con boccaglio e respiratore, da quelle a 50 centesimi, a quelle a 50 centesimi più IVA, da quelle regalate dal sindaco a quelle da cambiare  ogni 4 ore e così via. 

Abbiamo soprattutto imparato a gestire il tempo. Un tempo più lento, più dilatato, quasi ad insegnarci di rallentare e guardarci intorno. In questo tempo dilatato, che dopo i primi momenti di smarrimento, abbiamo imparato a gestire, capitavano dei momenti importanti, dei piccoli “riti” quotidiani e settimanali

  - Che cos'è un rito?- disse il piccolo principe.

 -È una cosa purtroppo dimenticata — rispose la volpe. È ciò che fa di un giorno un giorno differente dagli altri, una certa ora, un'ora differente dalle altre ore.

 ( da “Il Piccolo Principe” di Antoine de St.Exupery).

Allora era un rito uscire a fare la spesa (io uscivo il martedì e il sabato). Code enormi per raggiungere i supermercato con mascherina, guanti, gel sanificatore).

Allora per me almeno era un rito il video messaggio che ogni mattina mi mandava il mio parroco, due commenti sulla lettura del giorno e qualche pettegolezzo, per sentirci più vicini.

Rito era il collegarmi con "Zoom" con i colleghi di lavoro, per sapere le ultime notizie sulla ripresa del lavoro, il collegamento con un gruppo di preghiera di cui faccio parte per vedere facce note e meno note (ho rivisto amici che non vedevo da anni).

Rito più che piacevole era attendere le prove del coro, più dure del solito, (nelle prove “dal vivo” se qualcuno è incerto nella parte avvicina l'orecchio a chi la sa meglio) perché costretti  a misurarci con noi stessi e con le nostre potenzialità e per questo più vere. Io cercavo di collegarmi qualche attimo prima per scambiare due parole con il maestro e con il presidente.

WhattsApp ci tempestava di messaggi  del tipo “Ce la faremo” “Tutto tornerà  come prima”.  Uno dei messaggi più belli ricevuti diceva “Non prendere il Covid-19, a  settembre  2020 esce il Covid-20 con tutti gli aggiornamenti....!!!!!” 

Ho rivisto con piacere in questo periodo un film tratto da un romanzo di Michel Ende (lo stesso de “La storia Infinita”) che si chiama "Momo", ed è la storia di una bambina che salva il mondo dai ladri del tempo. Una favola per i bambini.... di ogni età che vi consiglio di cuore di leggere o di  vedere...!  Il film è del  1986 da diretto da Johannes Schaaf con, tra gli altri, Ninetto Davoli,  Mario Adorf, Leopoldo Trieste e il grande regista americano John Houston nella parte di Mastro Hora, il Signore del Tempo. Le musiche sono di  Angelo Branduardi.  

Tutto sommato il lungo tempo della pandemia non è stato tempo sprecato, ma  creativo.... 

A questo punto qualcuno potrebbe giustamente ribattere “... e che c'entra la  lumaca in tutto ciò?” C'entra, eccome se c'entra. Leggete questa  antichissima storia popolare e lo capirete.  

Gli animali si riunirono in assemblea e iniziarono a lamentarsi che gli esseri umani non facevano altro che portar via loro qualcosa.

“Si prendono il mio latte” disse la mucca.

“Si prendono le mie uova” disse la gallina.

“Usano la mia carne per farne pancetta” disse il maiale.

“Mi danno la caccia per il mio olio” disse la balena.

E così via.

Infine parlò la lumaca....

“Io ho qualcosa che a loro piacerebbe avere più di ogni altra cosa. Qualcosa che mi porterebbero sicuramente via se potessero....

 Io ho TEMPO......”

 

 Alla prossima!!!!