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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Settembre 2020 - Anno 22 - N.3 (84)

 

 

 Scritta, edita, smarrita, rilevata e ritrovata

di Sergio Piovesan

 

Un titolo  strano per una storia di un canto. E veniamo subito a spiegare di quale canto, o più precisamente, di quale villotta friulana vi racconterò una storia.

"Birichine", questo è il titolo, venne composta da Arturo  Zardini nel 1904 ispirato dalla figlioletta Angelina che morì a neppure un anno (dic.1903-ott.1904) seguita poco dopo dalla madre.  "Cun chei voi di birichine, ..." è l'incipit del canto che continua (v. testo in nota n. [1]) , evidenziando in forma poetica i sentimenti che suscitano i bimbi, quando ancora non possono esprimersi a parole ma con gli occhi e con il sorriso.

Il canto venne poi edito da Annibale Morgante di Udine nel 1905 (v. foto n.1)  editore che morì nel 1909 con conseguente chiusura della casa editrice. Passarono alcuni anni durante i quali qualcuno l'apprese e la cantò e poi, come si sa, con la prima guerra mondiale il Friuli fu invaso  e patì anche la distruzione di biblioteche. Dopo questo evento, come mi riferisce Giuliano Rui, nipote del maestro, lo spartito fu ritenuto smarrito.

Parliamo ora della raccolta di questa melodia che, come detto sopra, qualcuno l'aveva appresa e anche divulgata, tanto che in alcuni paesi c'era chi la cantava.

Siamo nel 1932 e Luigi Vriz originario di Raveo, ma maestro a Buia, nei suoi pellegrinaggi nei paesi della Carnia e del Friuli, trovandosi a Gemona ascoltò dalla voce di alcuni cantori questo canto; lo annotò, come fece per moltissimi altri canti, su rigo musicale. Scrisse la sola linea melodica, cioè la parte principale, manoscritto che venne pubblicato negli anni '50 con il titolo del primo verso "Cun chei voi di birichine" (v. foto n.2).

Gran parte, se non la totalità dei manoscritti di Vriz andò perduta a seguito del terremoto del 1976 e quello che ho raccolto (trentadue brani)  nella pubblicazione (v. foto n. 3), edita dall'Associazione Coro Marmolada di Venezia in collaborazione con il Comune di Raveo e con il Patrocinio della Pro Loco Raveo , è forse tutto quello che rimane del lavoro di Luigi Vriz.

Ritorniamo allo spartito di Zardini che il nipote ritrovò in una mostra di collezionisti nel 2016 e che poi mi passò per la pubblicazione "on line"   Canti friulani di Arturo Zardini -Opera omnia" Seconda edizione - marzo 2018, sempre a cura dell'Associazione Coro Marmolada reperibile agli indirizzi di cui alla nota n. [2]:

Ecco, allora, svelato l'arcano del brano raccolto da Vriz che, in realtà,  è di Zardini.

 


 

[1] Cun chei voi di birichine 

Cun che bocje di basins

Cui la viôt i dîs: "Ninine"

Non son miôr i agnulins.

 

Se la cjali je ven rosse

Ma no ven par ve spavent

Je riduce e mi console

Mi fa sta cul cûr content

 

Con quegl’occhi di birichina

con quella bocca da bacini

chi la vede le dice: "Ninina"

non son migliori gli angioletti.

 

Se la guardo diventa rossa

ma non avviene per lo spavento

lei ridacchia e mi consola

Mi fa star col cuor contento.