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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Ottobre 2022 - Anno 24 - N.2 (89)

 

 

L’arte di cantare imbavagliati

 

di Enrico Pagnin

 

Cantare con la mascherina, in particolare con la FFP2, è bello.

Ti offre delle possibilità di fare il paraculo veramente uniche.

Intanto, puoi far finta di cantare. Certo, cum grano salis: ogni tanto muovere la bocca in modo che il movimento si trasmetta al tessuto. Tirare talvolta una potente aspirata, creando l’impressione di stare “rubando il respiro” (tecnica indispensabile dopo note molto lunghe). Sbadigliare (con discrezione) durante brani particolarmente noiosi.

Se la tua professionalità ti impedisce di fingere di cantare, puoi sempre “canticchiare”: volume basso (se il maestro ti si piazza davanti, sente che qualcosa esce ed è per lui meno traumatizzante del tuo silenzio assoluto).

Respirata lunga e comoda, per poi riagganciarti al resto del coro con naturalezza.

E poi la comodità di pronunciare le “e” e le “i” in maniera approssimativa, senza star lì a tirare la bocca come vorrebbe un buon Italiano, che non conosce quei suoni indeterminati, tipici di altre lingue.

Sotto la mascherina puoi ridere, fare smorfie, mandare a quel paese col solo labiale, parlare con te stesso con un fil di voce.

“ O sistu benedeta mascherinaaa....”