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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Dicembre 2022 - Anno 24 - N.3 (90)

 

 

Per la Serie "Orizzonte, profili e protagonisti" del mondo corale . . .

 

La "Big Vocale Orchestra"

 

di Paolo Pietrobon

 

E’ un’attenzione che il Notiziario del Coro Marmolada ha avuto sempre per il panorama e la vitalità della coralità, non solo veneziana, nella quale per altro esso ha segnato nel settantennio 1949 – 2019 ( pandemia ovviamente non considerata ) un percorso importante e sicuramente originale.

L’orizzonte, i profili e i protagonisti – dovendo sintetizzare - riguardavano culturalmente la necessità di intravedere lo sviluppo e il futuro possibile per la “ coralità tradizionale rigorosamente virile a cappella “, in difficoltà per le molte note ragioni, da quella anagrafica a quella storica e sociale ( avvento della musica social ed elettronica, mutamento del gusto e dell’ascolto in relazione all’affievolirsi delle matrici antiche di quella coralità, eccezion fatta per i non più numerosi casi di forti personalità spiccate nell’inventiva di nuove matrici e nella competenza e creatività musicale, riorganizzazione individualistica di buona parte della società per quanto riguarda il tempo libero e associato ).

Così, per questo numero e per una casualità particolare che me ne ha svelato esistenza e attività, proporrò alcune considerazioni su un complesso musico-corale-spettacolare veneziano di forte qualità e capace di captare  radici culturali e filologiche multiple per il suo repertorio, che in ogni caso credo di poter ascrivere a una genesi e vocazione popolare, o forse “ pop “, come oggi essa si suole definire: nato nel 2012, “ Big vocal orchestra “ il suo nome, Marco Toso Borella * quello del suo Maestro e Direttore artistico, e “ Vocal skyline “ l’altra formazione diretta dallo stesso Maestro a seconda delle circostanze e composta dal comparto più giovane della formazione-madre.

Sul palcoscenico la Big Vocal Orchestra porta un concerto-spettacolo unico nel suo genere, con brani che spaziano attraverso tanti generi musicali diversi: dalle colonne sonore di film a celebri brani di musical, dagli spirituals, al contemporary gospel, alla polifonia classica passando per alcuni capolavori del pop-rock internazionale come i Queen, Simon&Garfunkel, Michael Jackson, Cyndi Lauper, Mike Oldfield, i Genesis, ma interpretando anche opere di Verdi, Barber, Ramirez e Ennio Morricone, il tutto accompagnato da coreografie e effetti video e luci “, questa la vocazione del complesso annunciata nel frontespizio internet.

Dovendosi aggiungere a tale complessità il numero ragguardevole dei suoi componenti, che supera le duecento unità, la composizione anagrafica, molto eterogenea, per genere e per età, la prevalenza della componente femminile, l’adozione della lingua inglese, diffusamente per la natura trasversale e moderna della composizione repertoriale, di palese derivazione dal e reinvenzione del grande “ musical “ .

Fenomeno effettivamente straordinario, pur considerando il fatto che in altri ambiti musico-corali esistono complessi imponenti, corali liturgiche, operistiche, gospel ed altre, anche a livello internazionale. Così come frutto di una intensa ispirazione e di una caparbietà interpretativa appassionata risultano le componenti organizzative ed espressive delle esecuzioni, sostenute da una “tecnologia” raffinata all’atto della predisposizione e comunicazione a coristi e musicisti del prelievo culturale sottostante la proposta di un nuovo pezzo, e da uno studio minuzioso, teatrale e gestuale, delle fisicità e dei dinamismi scenici che i coristi e le coriste assumeranno, con il fine di rappresentare nei movimenti e nelle espressioni i presupposti etici o spirituali o festosi o drammatici o lirici insiti nella ‘ materia ‘ volta per volta assunta quale “pretesto“ per un nuovo spazio-evento culturale.

Con la conseguenza affascinante che la massa corale, accompagnata da voci soliste e gruppo strumentale, è qui spesso allusiva alle coralità del teatro classico greco, almeno per il mio punto di osservazione e si trasforma essa stessa in coreografia, in enfasi interpretativa, in suggestione che riempie interamente lo spazio-evento, avvolgendo in sè gli spettatori, i quali gradualmente assumono essi stessi un ruolo attivo, nell’emozione e nella partecipazione, per l’attenzione ai movimenti suggeriti dal ritmo musicale e dal canto.

Ho incontrato il Maestro Toso Borella e assistito a una prova del musical in preparazione per le prossime festività. La sua impostazione di ricercatore, direttore e metodologo potrei riassumere in questi termini, in riferimento anche agli analoghi problemi di tutti un po’ i protagonisti della coralità:

·        Senz’altro valgono per il gradimento di un repertorio la relazione di chi ascolta con il linguaggio adottato ( anche perciò conta la pluralità dei linguaggi e, ove la lingua sia un problema, servono la gestualità, la postura teatrale, la compresenza di musica e visualizzazione, insomma non proposta univoca e chiusa ma aperta e multidisciplinare ) e la componente di ‘ rivissuto ‘, storico o contemporaneo, collettivo o individuale, che si possa rintracciare nell’esecuzione.

·        Altrettanto valgono il rinnovamento, la trasversalità repertoriale, l’andare incontro alle nuove generazioni e alle nuove sensibilità sociali, oltre la ‘ devozione affettiva ‘ per i repertori consolidati, ovviamente rimanendo essenziale la misurazione delle capacità tecniche dei cori non professionali.

Una parola significativa ho colto dalla nostra conversazione: “ fulminazione “, termine ‘entusiastico’ comportante la convinzione artistica e l’orchestrazione spazio-musicale presenti quali obiettivi ed aspettative essenziali in chi pensa alle premesse e al risultato del proprio prodotto artistico come ad una circostanza abbagliante, captativa, capace di avvolgere lo spettatore in una riscoperta originale di emozioni e protagonismi indotte a piene mani dallo spettacolo, ma per un verso o per l’altro sopite, o sottintese, nel normale esercizio quotidiano di ascolto, osservazione, ricordo, suggestione di ognuno di noi. E devo dire che ciò avviene in qualche modo, anche al solo assistere via internet alle prestazioni della Big Orchestra. Che potranno essere apprezzate nei prossimi concerti organizzati per il dicembre natalizio: al Teatro Goldoni, a Venezia, sabato 10 alle ore 19.00 e domenica 11, doppio spettacolo, alle ore 16.00 e alle 19.00.

 

*  Artista veneziano: pittore su vetro per antica tradizione familiare, scrittore, musicista e ricercatore storico, nato e residente tuttora a Murano. Per la Big Vocal Orchestra, e per la Vocal Skyline è compositore, arrangiatore e direttore artistico.