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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Aprile 2023 - Anno 25 - N.2 (92)

 

TECNICA O EMOZIONE?

di Rolando Basso

 

Recentemente, facendo zapping, mi sono imbattuto nelle scene finali del film Sister Act 2; quelle dove si svolge il concorso dei cori scolastici.

Mi ha colpito il confronto, voluto, fra l’esecuzione del coro Jackman della Britanny School e quella la scanzonata, eppur eccellente, performance del coro protagonista.

Il primo, pur eseguendo in modo quasi perfetto il brano proposto con una disciplina militaresca e una rigorosa lettura della partitura ha riscosso un buon consenso del pubblico presente; il secondo, cantando lo stesso brano in modo scanzonato e, tuttavia, con grande capacità interpretativa, ha creato quel pathos con il pubblico che ha risposto con un’ovazione.

Ciò mi ha fatto riflettere!

In oltre trent’anni vissuti nel mondo corale, sia come corista che svolgendo mandati associativi anche a livello regionale, ho avuto spessissimo occasione di verificare sul campo la querelle fra il cosiddetto purismo, l’esecuzione tecnicamente quasi perfetta rispettando pedissequamente la partitura, taluni la qualificano come eccellenza, e l’esecuzione interpretativa, pur correttamente eseguita.

Credo che valutare quale sia il migliore modo per un coro di eseguire i brani in repertorio sia compito dei cosiddetti addetti ai lavori. Tuttavia vi è un elemento che spesso non viene preso in giusta considerazione ma che, a mio avviso, è di notevole importanza: ciò che parte dal cuore arriva al cuore del pubblico; se non hai nulla da dare certamente nulla ti ritornerà.

In parecchi concerti, rassegne, festival ho potuto constatare che, fermo restando la maggiore o minore fama del complesso e del suo direttore oppure la più o meno eccellente tecnica canora, ciò che ha ottenuto il consenso maggiore del pubblico, perché è a questi che il coro propone il suo cantare, è stato il trasmettere le emozioni che provavano i coristi.

Un brano che non suscita nei coristi alcuna emozione, anche se cantato in modo tecnicamente perfetto, con i suoi chiaroscuri e le corrette dinamiche, verrà percepito dal pubblico come freddo, quasi falso, e, conseguentemente otterrà un’accoglienza fredda.

E qui che entrano in gioco le capacità dei direttori.

Infatti nella scelta dei brani da far acquisire al coro, anziché alla maggiore o minore complessità in grado di esaltare le capacità tecnico-musicali del coro, un’importanza maggiore dovrebbe essere assegnata a quei brani che possano suscitare vere emozioni nei coristi che a loro volta saranno in grado di trasmetterle al pubblico.