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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Aprile 2023 - Anno 25 - N.2 (92)

 

Ricerche e scoperte

di Sergio Piovesan

 

Cercando in rete notizie su un canto popolare friulano mi sono imbattuto in  pubblicazione dal titolo STROLIC  FURLAN pal 1922” che mi ha chiarito alcune cose.

Intanto vediamo cosa è uno “Strolic” :  può essere tradotto in almanacco, astrologo e anche “barbanera”. È, in effetti, una specie di calendario con molte altre notizie e anche con poesie, racconti  e altro. Dalla copertina, qui a fianco riprodotta, si scopre che il sottotitolo comprende “… con duc’ i Marciâz e lis Sagris dal Friul”cioè “ con tutti i mercati e le sagre del Friuli.   Altra scoperta: chi lo stampava era la tipografia Del Bianco di Udine della quale mio nonno materno, Emilio Miani, era il direttore.

Cosa mi collega questo “strolic” in particolare? Partiamo da lontano: in coro abbiamo appreso, da circa un anno, il canto friulano “A planc cale il soreli” nell’armonizzazione di Gianni Malatesta. Lo spartito di questa armonizzazione (vedi immagine a lato) porta come sottotitolo “Canto friulano” senza alcuna indicazione degli autori del testo e della musica. È forse una melodia popolare? Ebbene, no! Proprio in questo “strolic” ho trovato sia l’autore del testo che il compositore.

Come mai Gianni Malatesta non li ha riportati cosa che, invece, ha fatto in molte  altre sue elaborazioni? Il canto nasce ai primi del ‘900 quando ancora, per la musica, non esistevano diritti d’autore e Siae. Poi molte pubblicazioni fatte da enti e da associazioni molto spesso non riportavano queste notizie (vedi foto a fianco se “Il don de viole” e nota a fine pagina) e, quindi, Malatesta si è avvalso, senz’altro, di una partitura, magari con la sola linea melodica trovata chissà dove.

Il testo che cantiamo  è leggermente diverso da quello originale, in primo luogo per il numero delle strofe e poi per le vocali: nel titolo e nella prima strofa noi cantiamo “… cale…” mentre nel testo riportato nello “strolic” è “…cala…”. E poi ancora “…alta…” e “…granda…”  invece di “…alte…” e “…biele…” e altre (vedi testo del 1922).

Chi sono gli autori? Il testo fu scritto da Dolfo Carrara (1883-1960), di Gorizia, poeta friulano, filo italiano e disertore dell’esercito asburgico, dopo la guerra fu uno dei fondatori della Società Filologica Friulana.

Il compositore fu Ezio Stabile (1887-1958), di Terzo d’Aquileia,  maestro e autodidatta nel campo musicale, dopo il 1921 si dedicò alla composizione di testi di poeti friulano, fra cui, appunto il Carrara.

Per chi volesse approfondire le biografie di Carrara e Stabile indico i rispettivi link:https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/carrara-rodolfo-dolfo/   e

https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/stabile-ezio-giovanni-battista/  

 

 

 

 

Nota: Lo spartito de “Il don de viole” il cui testo è di Pietro Zorutti è quello di un canto a tre voci e, quindi, elaborato; però nello stesso “Strolic”, mentre nella pagina successiva viene inticato il nome del poeta, non viene indicato quello del compositore.

Si aggiunge che lo stesso testo è stato musicato anche da Arturo Zardini, ma non è questo.