Sul ponte di Perati
Sul ponte di Perati bandiera nera: è il lutto della Julia che va alla guerra. È il lutto degli Alpini che va alla guerra la meglior gioventù che va sotto tera. Sui monti della Grecia c'è la Voiussa col sangue degli Alpini s'è fatta rossa. Nell'ultimo vagone c'è l'amor mio col fazzoletto in mano mi dà l'addio. Col fazzoletto in mano mi salutava e con la bocca i basi la mi mandava. Quelli che son partiti non son tornati sui monti della Grecia sono restati. Un coro di fantasmi vien giù dai monti: l'è il coro degli Alpini che sono morti. Gli Alpini fan la storia, la storia vera: l'han scritta con il sangue e la penna nera. Alpini della Julia, in alto i cuori: sul ponte di Perati c'è il tricolore! |
Vi racconto un canto: “Sul
ponte di Perati”
di Sergio Piovesan
“Cammina… cammina”
è il titolo dello spettacolo, che, con voce recitante e coro, proporrà
il ricordo della ritirata di Russia ed altro, attraverso le pagine di Giulio
Bedeschi e Mario Rigoni Stern.
Sarà un
“discorso
corale” contro la guerra, contro tutte le guerre; e gli alpini ne sono testimoni anche attraverso i loro canti.
Per questa occasione, il Coro Marmolada, che farà da
“controcanto”
alla
voce recitante, ha rispolverato alcuni canti sul tema, fra i quali “Sul
ponte di Perati”, un brano che ricorda il sacrificio degli alpini della Julia
nella sciagurata campagna di Grecia 1940/1941.
Ma il brano originale non nasce in quell’occasione in quanto, ancora
durante la prima guerra mondiale, gli alpini cantavano, con parole simili,
“Sul
ponte di Bassano, / bandiera nera, / è il lutto degli Alpini / che va alla
guerra.”
Una guerra assurda, come tutte le guerre, e gli alpini lo sapevano bene,
tanto che, racconta qualche reduce, i versi spontanei di quei giorni, sui monti
della Grecia, erano: "Quelli che l'han voluta non son partiti, quelli
che son partiti non son tornati”.
Ma questo testo il regime non lo sopportava ed allora fu subito
censurato.
Le strofe, nelle diverse edizioni che ho avuto modo di consultare, sono
diverse, forse anche aggiunte posteriormente, ed il testo completo è abbastanza
lungo.
Riporto, di seguito, il testo nella versione che cantiamo noi del
“Marmolada”: “Sul ponte di
Perati bandiera nera / l’è il lutto degli Alpini
che fan la guerra. Quelli che son partiti non son tornati / sui monti
della Grecia sono restati. / Sui monti della Grecia c’è la Vojussa / col
sangue degli Alpini s’è fatta rossa. / Un coro di fantasmi vien giù dai
monti / è il coro degli Alpini che sono morti. / Alpini della Julia in alto i
cuori / sul ponte di Perati c’è il Tricolore.”
Piccole diversità nel testo, probabilmente dovute a trascrizioni, non
negano la validità del canto che è, sempre e comunque, una denuncia
sull’inutilità della guerra.
Nella prima strofa della nostra versione troviamo
“… l’è il lutto degli Alpini che fan
la guerra”, mentre su altre versioni, anche su quella originaria della prima
guerra mondiale, -dove il ponte era quello di Bassano- il testo è:
“… l’è il lutto degli Alpini che van
la guerra”. I due verbi hanno una notevole differenza di significato nel contesto.
Gli Alpini, ma anche tutti i soldati, non andarono in guerra perché
volevano farla, e quindi non
facevano la guerra, ma la subivano perché dovevano andarci, mandati da chi voleva fare la guerra che poi
erano quelli, come detto sopra, … che non partivano!
Il canto, ambientato nelle vicende della campagna di Grecia, nasce
quindi nel 1940 e divenne subito famoso, non solo fra gli alpini, ma anche fra
il resto dell’esercito.
Ed è per questo motivo che lo ritroviamo, negli anni successivi,
ovviamente trasformato sia nei luoghi che nei nomi delle unità combattenti, fra
altre unità dell’esercito italiano(1), fra i partigiani(2)
e fra coloro che scelsero la R.S.I.(3).
Note
(1) I soldati della divisione Acqui, decimati dai
tedeschi a Cefalonia trasformarono il titolo in “Banditi della Acqui” il cui
testo della prima strofa recita: “Banditi
della "Acqui" / in alto il cuore / sui monti di Cefalonia / sta il
tricolore”.
(2) Nuto
Revelli, ufficiale degli alpini della Tridentina nella tragedia della campagna
di Russia, che divenne uno dei primi organizzatori della resistenza armata nel
Cuneese, scrisse “Pietà l’è
morta”, ispirandosi, come scrisse lo stesso autore, al “Ponte di Perati”.
Palesemente ricalcato sul "Ponte di Perati" è anche il
canto composto collettivamente dai componenti della formazione partigiana
"Maiella", che operò anche nell'Appennino romagnolo, e che divenne in
qualche modo l'inno ufficiale di quel gruppo di partigiani abruzzesi. “Sul ponte fiume
Sangro, bandiera nera, / è il lutto della Maiella che va alla guerra”.
(3) “Sul fronte di Nettuno, / bandiera nera! / È
il lutto del San Marco / che fa la guerra. / Lutto del Barbarico / che fa la
guerra: / la meglio gioventù / che va sotto terra!”. Sono questi i versi creati da un reparto con le mostrine del San
Marco, che prese il nome di Btg. Barbarigo, alle dipendenze della X Mas, che
operò sul fronte di Anzio.