Il canto popolare: una valida(?) proposta per cantare assieme

di Renato Vezzi

Nella precedente analisi sul "piacere di cantare" chiaramente avevo fatto intendere che, per me, l'unica proposta musicale realizzabile nei particolari momenti in cui si ha il desiderio di cantare assieme era ed è il canto popolare. Innanzitutto vorrei fossimo tutti d'accordo che il canto è una delle più belle, alte, nobili espressioni dell'uomo. Non a caso la definizione di canto parla di " melodia vocale in successione di note formante un'espressione gradevole" ed ancora" arte, stile e tecnica del cantare.." e a proposito del "bel canto" bellezza del suono, virtuosismo secondo la tradizione dell'opera lirica italiana" ed ancora "emissione di voce degli uccelli specialmente se melodiosa" ...

Chiarito che il canto è bella e nobile espressione umana e, quindi, raccomandabile, resta da definire come, quando, dove, che cosa cantare assieme.

A chi è intonato risulta abbastanza semplice accompagnare "di terza" la melodia quando questa è semplice e conosciuta.

E' una dote facilmente riscontrabile in chi abbia potuto ascoltare musica e canto sin dalla più tenera età; una precisazione va fatta: il canto "per terze" è possibile solo se i motivi ( le melodie) sono semplici.

Quando la successione delle note è poco armonica, quando le armonizzazioni variano di chiave, quando si parla di dissonanze o settime ecc... , per dare maggior spessore tecnico all'esibizione si rende il canto "difficile" ed in tale caso si ottengono due effetti:

E qui dobbiamo sgomberare il campo da un equivoco.

Se è vero che i cori hanno come principale scopo la buona esibizione come legittima, meritoria aspirazione dei maestri e dei coristi che alla preparazione dei canti dedicano 2 o più sere alla settimana per tutto l'anno, appare evidente che questi non possono avere la funzione della diffusione del canto popolare essendo quello proposto un fatto artisticamente rilevante, difficile da cantare, se non nelle sole semplici linee melodiche quando, anche queste, non vengono alterate. Ancora un essenziale inciso: nessuna espressione umana assolve una funzione "socializzante" come il canto popolare. Chiunque, in qualsiasi momento o luogo, può aggregarsi, conoscendo il motivo, a chi sta già cantando e questa inattesa, imprevista intrusione è accolta in modo estremamente favorevole. Il rapporto che nasce dal canto è amicizia che dura perché tra chi canta esiste un linguaggio comune.

Si potrebbero dire ancora molte cose sul canto ed in particolare sul canto popolare e di montagna ma credo sia utile chiedersi: come cori vogliamo tenere solo per noi il patrimonio del canto popolare per esibirlo non vari concerti o vogliamo che questo diventi patrimonio vivo cantato da tutti ?

Sicuramente se i cori entrassero nell'ordine d'idea di proporsi come "diffusori, propagatori" del canto popolare dovrebbero rendere più semplici le melodie proposte e le relative armonizzazioni.

Correrebbero peraltro un serio pericolo e cioè quello di perdere quel senso di gratificazione che chi si esibisce ottiene quando realizza un fatto "artisticamente rilevante" anche se questo resterà puro ascolto per gli altri provocando però plausi di riconoscimento e, filosofia vuole, che chi fa qualcosa senza contro partita è destinato a non ripeterla.

Oppure sperimentare, questo sempre possibile, concerti da esibizione ed altri, con canti semplici nelle melodie e nei testi a 2 o 3 voci a solo scopo didattico.

Ma soprattutto fare in modo che il canto popolare entri nelle scuole

Non può questa eventualità essere un'imposizione ai giovani ormai imbevuti di canzoni; è impensabile proporre i lenti, ripetitivi, semplici, monotoni motivi e testi che caratterizzano il canto popolare ma, queste peculiarità, potrebbero costituire una proposta valida per dei ragazzini quando scoprono di avere la voce per poter cantare. Dopo le filastrocche del periodo della frequentazione dell'asilo si dovrebbe, potrebbe proporre un repertorio

o di canti popolari da estendere a tutto il territorio nazionale che potrebbe costituire la base per poter, trovandosi in occasioni di desiderare di cantare, sapere tutti che cosa cantare. Ho avuto spesso l'occasione di trovarmi con amici di altri paesi (tedeschi, austriaci, inglesi ecc..) e, quando si cantava, tutti conoscevano una serie di canzoni che consentiva a tutti di partecipare. A questo punto l'ulteriore, impegnativa, illusoria proposta.

Le varie associazione dei cori scelgano un repertorio di canti popolari da portare come proposta al Ministero della Pubblica Istruzione perché venga insegnato nelle scuole elementari.

Oserei, immodestamente, suggerire una prima scelta:

 

Non credo che l'analisi e le proposte fatte siano realizzabili ma, non è male, qualche volta, pensare quanto sarebbe bello, nei vari momenti di socializzazione, poter cantare assieme... tutti! ! !

(La prima parte è stata pubblicata su Marmoléda di dicembre 2004)

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