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Marmoléda

MARMOLÉDA - Notiziario dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Marzo 2016 - Anno 18 -n.1 (67)

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Cosa si scopre cercando notizie di un canto

di Sergio Piovesan

 

Lo spartito del canto "Oggi è nato in una stalla", nella pubblicazione del Coro della SAT, riporta che trattasi della ricostruzione di Luigi Pigarelli([1])  di un canto originario della Val di Fiemme.

 

Questa la premessa nel "raccontare" questo canto natalizio che il "Marmolada" ha in repertorio, un canto che si può dividere in due parti: una prima, narrativa, ed una seconda, che qualcuno definisce "ritornello", ma che, invece, è conseguente alla narrativa con la caratteristica di essere glorificante ed osannante.

Le due parti, nel testo, ma anche nella musica,  differiscono.

Le parole delle prime due strofe descrivono il luogo, "una stalla", dove è nato il Redentore, e evidenziano le prime difficoltà di una mamma che "no l'ha ga fogo per riscaldar".

Le espressioni "... 'na bela sala, preparada ..."   e poi ancora "... no la g'ha lana, no la g'ha fogo..."   appaiono dialettali, mentre il resto è in italiano; un misto, quindi,che si riscontra spesso nei canti popolari.

Continuando con la seconda parte appare evidente come il testo sia completamente in italiano e in una forma poeticamente del passato.

Anche la musica, se avrete l'occasione di ascoltarla, cambia, sia passando dal tempo "molto moderato" ad uno "poco più mosso", sia nella melodia.

 

 

Due strofe che iniziano con "viva, viva" e che, come già evidenziato, osannano il "nato Re", il "Re novello", il "Re Messia" .

 

La domanda che nasce spontanea è: proviene tutto dalla Val di Fiemme? Soprattutto la seconda parte non potrebbe avere un'altra provenienza?

Senz'altro il Pigarelli, trentino, l'avrà ritrovata in quel contesto geografico, magari nell'ambito religioso-popolare, però quelle strofe cosi auliche, così solenni, mi hanno sempre fatto pensare a qualche altra cosa, ad un autore o ad una provenienza da un'altra parte.

Ma se finora questi pensieri sono sempre stati solo delle supposizioni, delle semplici teorie non suffragate da alcuna prova, di recente ho scoperto che, forse, non erano teorie campate in aria. Ho incluso un "forse" perché anche quello che esporrò di seguito non darà adito a sicurezze anche se può essere considerata un'ipotesi di studio che allargo ai lettori.

Cosa ho "scoperto" di recente? Innanzitutto non è una mia scoperta,  ma il risultato  di una serie di coincidenze. Infatti il tutto nasce da una "mail" pervenuta al nostro direttore Claudio Favret nella quale una signora, Fausta Samaritani,  chiedeva notizie su questo canto e, soprattutto voleva conoscere la melodia del "ritornello" in quanto, alcuni anni fa, durante una ricerca sul presepe napoletano, aveva reperito in un antico libro (1707) un testo molto simile con il relativo spartito. Il suo lavoro si trova in rete (vedi www.repubblicaletteraria.it/Natale_canzoni.html ).

Ed ecco che vengo a scoprire dei versi molto simili, quasi uguali, al "ritornello"  di "Oggi è nato in una stalla" ed anche una melodia dello stesso che, però, non è simile.

Ed allora mi sono chiesto come si sia arrivati a queste somiglianze e, mi sono fatto un'idea che, penso, possa soddisfare la mia, ma non solo mia, curiosità.

Il testo, ma anche la melodia, sono di un padre gesuita, Giuseppe Antonio Patrignani ([2]) , che scrisse varie opere di soggetto religioso sotto lo pseudonimo di Presepio Presepi (fig.5).

Poi, come scrive la Samaritani, "...  Alcune canzoni, ma prive di musica, si ritrovano in varie edizioni ottocentesche della Biblioteca per li parrochi e cappellani di campagna, che era allora un vademecum molto diffuso ...".

 

Senz'altro queste edizioni ottocentesche arrivarono  nelle parrocchie trentine, e quindi in Val di Fiemme,  dove un musicista -per noi anonimo- diede una melodia a questi versi (vedi figg. 6 e 7) con qualche piccola variante. Però, scrive ancora la Samaritani:

 

"...Cinque tra queste canzonette furono rielaborate per coro dal compositore Giuseppe Terrabugio (1842-1933).." e il Terrabugio ([3]) era di Fiera di Primiero e, quindi, tutto fa pensare che le sue rielaborazioni delle "canzonette" del Patrignani siano arrivate anche in Val di Fiemme. Sottolineo che Pigarelli (1875-1964) avrebbe potuto conoscere Terrabugio o, quantomeno, le sue opere. 

Può darsi che, invece, le cose siano andate diversamente e, allora, mi auguro che qualche trentino, appassionato come il sottoscritto di questi avvenimenti, possa verificare in loco come effettivamente sono andate le cose.

Per il momento accontentatevi di questa mia ipotesi. 

 


 

[2] Giuseppe Antonio Patrignani (1659-1733) sacerdote gesuita  

 

[3] TERRABUGIO Giuseppe (Fiera di Primiero, Trento 13-V-1842; ivi 9-I-1933) - Studiò a Padova con Melchiorre Belli (autore di una Messa su motivi rossiniani) e a Monaco (1873) dapprima con Peter Cornelius, poi, al Conservatorio con Joseph Rheinberger. Sia in Italia che in Germania imparò gli ideali del cecilianesimo che professò con fedeltà per tutta la vita, nella rivista “Musica sacra” (divenuta sua proprietà nel 1885, dopo il ritiro di Amelli, e che diresse fino al 1924) come nelle composizioni realizzate in stile nobilmente severo.
Insegnò alla Scuola Superiore di Musica Sacra di Milano.
Nel 1925 rientrò definitivamente nella sua Fiera di Primiero.
Scrisse varie Messe da 1 a 4 voci e una “Messa solenne” (1890); un “Requiem” a 6 voci; Vespri, Inni, Mottetti, Litanie, Canti ambrosiani, un “Te Deum” a 3 voci e organo. Per organo: “L’organista pratico” (3 volumi), sonate, fughe, preludi.