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Marmoléda

MARMOLÉDA - Notiziario dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Marzo 2016 - Anno 18 -n.1 (67)

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Da Fra Martino a Mahler, passando per Ellery Queen

Notizie curiose sul magico mondo della musica

                                   

                                       di Alessandro Zanon

Nello scorso numero di Marmolèda raccontavo dell'origine delle  note musicali e del nome adottato per esse, ricavato dalle iniziali dell' “INNO A SAN GIOVANNI BATTISTA” e cioè Ut ( poi mutuato in Do), Re, Mi, Fa, Sol, La, Si.

Non tutti i paesi del mondo però hanno adottato lo stesso nome. Anzi, per dire il vero, sono pochissimi i paesi dove le note si chiamano così. I paesi di lingua Inglese, di lingua Tedesca e tutti i paesi del Nord Europa hanno adottato la cosiddetta notazione alfabetica.

La nota più importante, si diceva, è il LA ed è quindi chiamata A, cui segue il Si (B), il Do (C ), il Re (D), il Mi (E), il Fa (F) e il Sol (G) ( se guardate un qualsiasi spartito di canti con gli accordi per chitarra molto spesso troverete C per Do, Am per La minore e così via).

Questo ci diventa molto utile per capire cosa siano le chiavi musicali e perché si usino.

Che cos'é una CHIAVE MUSICALE? Wikipedia ricorda che la chiave in notazione musicale  è un simbolo posto all'inizio del pentagramma che ha la funzione di fissare la posizione delle note, e la relativa altezza dei suoni

Nella teoria musicale, la tonalità è un sistema di principi armonici e melodici che ordinano le note e gli accordi in una gerarchia di percepite relazioni, equilibri e tensioni .

Le due chiavi musicali più usate nella musica sono la chiave di Basso o di Fa (usata dagli strumenti dal suono grave come i contrabbassi e dalle voci maschili “basse”) e la chiave di Violino o di Sol.

Quando ero bambino ho avuto la grande fortuna di imparare la teoria musicale ed il solfeggio da uno zio professore di clarinetto, membro della gloriosa Banda Municipale di Venezia, che suonava nell'orchestrina del Caffè Quadri a San Marco e al Teatro La Fenice.

Una volta gli chiesi: “Zio, che cos'é la Chiave di violino?” Questa é la sua risposta. (io non l'ho capita, ma ero bambino) “Si chiama chiave di violino perché poggia sulla seconda riga, dove in chiave di violino si trova la nota Sol” (sic!)  Grazie!


La spiegazione é molto più semplice: trattandosi della chiave di Sol altro non é che la chiave di  G. Nel Rinascimento chi scriveva metteva sempre degli strani “svolazzi” sulle lettere e quindi un po' alla volta G deve essere diventata più o meno

              

e quindi                   

 

e infine  


 Con lo stesso principio é nata la chiave di Basso o di Fa (F).

       

sino al più noto che, come notate,  è una F dove, al posto delle stanghette sono rimasti solo i puntini.

Possiamo dire inoltre che Mi-Sol-Si-Re-Fa  ( o, all'inglese, E G B D F) sono le note sulle righe nel pentagramma, mentre Fa- La- Do- Mi ( o, F A C E all'inglese) sono le note sugli spazi o “tra le righe”

Con la notazione alfabetica si creano dei divertenti giochi di parole di situazioni, così come nelle notazioni “nostre” : Si-Re Mi-Sol-Re-La Si-Fa- Do-Sol- Sol- Sol- Fa ( che letta veloce sembra "Sire, mia sorella si  fa addosso sul sofà").

Ci sono due grandissimi autori di “Libri Gialli” americani Frederick Dannay e Manfred B.Lee, meglio conosciuti con il loro pseudonimo: Ellery Queen, che é anche il detective protagonista delle loro storie che usano proprio il “gioco” delle  note alfabetiche per costruire la trama di un loro celebre “Giallo” uscito nel 1967: Ellery Queen e la parola chiave(titolo originale Face to Face) 

La vittima viene trovata con un cartellino vicino a lui con scritto FACE: é l'indicazione di un volto (Face in Inglese) oppure un'indicazione musicale?

 Non ve lo svelo ovviamente ma vi invito a leggere questo e tutti gli altri romanzi gialli di Ellery Queen e guardare i telefilm ricavati dai romanzi ( spesso girano in televisione o su Dvd) e vale proprio la pena di leggere o vedere queste storie

Altro discorso interessante  (e curioso) é quello relativo ai Modi MAGGIORE e MINORE.

Il modo Maggiore (noto anche come "ionico") utilizza una scala con una precisa sequenza di toni e semitoni:  

tono-tono-semitono-tono-tono-tono-semitono

che applicato a partire dalla nota Do genera la  seguente scala di Do Maggiore:

Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si-Do

Il  modo Minore invece naturale (detto anche "eolio" o "eolico") si ottiene utilizzando la stessa sequenza di toni e semitoni del modo maggiore a partire dal sesto grado relativo. Per questo motivo gli intervalli (toni e semitoni) sono disposti in un altro modo rispetto alla scala maggiore:

tono-semitono-tono-tono-semitono-tono-tono

Rispetto alla scala maggiore, il terzo, il sesto e il settimo grado sono abbassati di un semitono.

Un chiaro esempio di modo MAGGIORE è la celebre canzoncina/canone “Fra Martino Campanaro” costruita tutta sulla tonalità di Do maggiore.

E' una canzoncina conosciuta in tutto il mondo, con moltissime variazioni sul tema: il frate diventa Giacomo a Parigi, Giovanni a Londra, Ivan a Mosca, Felipe a Madrid e Giacobbe in molte altre parti del mondo. Non sempre suona le campane ( anzi Giovanni sta dormendo mentre le campane suonano e lo invitano ad alzarsi... dormiglione!) e non sempre è frate.

Esiste una versione molto divertente che proviene dalla tradizione dei pellerossa Cherokee in cui Joseph (Giuseppe) viene invitato ad alzarsi per andare a caccia

(Vi scrivo le parole in caso vogliate fare … gli indiani!)
gahliho'i, gahliho'i  (stai dormendo)

josewi, josewi  (Giuseppe?)

ganohalidohi, ganohalidohi (dobbiamo iniziare la caccia)
adloyvsga, adloyvsga (quindi alzati)

Se trasformiamo questo canto da Maggiore a Minore, e cioè abbassiamo di un semitono (mettiamo il bemolle!) alle  terza, sesta e settima note otteniamo un'altra canzoncina amata molto dai francesi “Frère Feu” (Frate Fuoco) che é altrettanto bella anche se molto più, come dire, malinconica, triste.

Frére Feu è stato usato dal grande compositore  austriaco di origine boema Gustav Mahler (1860-1911) quale tema per il Terzo movimento della sua Sinfonia n.1 in Re maggiore detta “Il Titano” del 1888.

Se ascoltate con attenzione sentirete che fiati ad archi si rincorrono nel canone di Frére Feu in una sorta di Marcia Funebre con un effetto sorprendente che culmina poi in una specie di danza  E' a mio giudizio une dei più belli esempi di come si possa “giocare” con la musica.

Del resto, lo sapete, in Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo, per dire Suonare e Giocare si usa lo stesso verbo!!!!