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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Maggio 2019 - Anno 21 - N. 2 (80)

 

Era il 19 marzo 1991

di Rolando Basso

 

Era il 19 marzo 1991. Alla sera, in Chiesa, si sarebbe tenuto il tradizionale concerto di San Giuseppe. Quell’anno era stato invitato il coro Marmolada.

Non ero particolarmente interessato. L’anno precedente era stato ospite il coro I Crodaioli diretti dal Mo Bepi De Marzi.

Affascinanti e coinvolgenti le presentazioni del Maestro! Tuttavia non ero stato soddisfatto dall’esibizione del coro. A mio gusto troppo gridata.

Gli amici del coro parrocchiale, di cui facevo parte da un paio d’anni, e che conoscevano bene il coro Marmolada, mi elogiarono le sue virtù canore e mi convinsero ad andare al concerto.

Prima di continuare devo fare una piccola digressione.

Fino al 1988 il mio interesse per la musica era stato limitato al semplice riempimento del silenzio mentre svolgevo altre attività per me più importanti; oppure, in gioventù, a tentare di unirmi al gruppo che cantava nelle gite in pullman o all’apprendimento di semplici accordi sulla chitarra con lo scopo, invero con scarsi risultati, di far colpo sulle ragazze

In quell’anno mia moglie fu invitata a far parte del coro parrocchiale.

La sera che decise di presentarsi mi chiese di accompagnarla.

Arrivati in chiesa il coro stava già provando; mia moglie si inserì nel gruppo dei contralti e io mi sedetti in disparte per attendere la fine della prova.

Poco dopo fui invitato ad unirmi al coro e, pur con grande scetticismo. E quello fu il mio primo vero incontro con la musica ed il mondo corale.

Torniamo al concerto del coro Marmolada.

Come detto più sopra, pur scettico, andai al concerto per soddisfare le insistenze degli amici.

Fin dal primo brano fui catturato dalle armonie che il coro sapeva interpretare. I piani e i forti che ti facevano vibrare di sensazioni e di emozioni. La chiarezza dei testi cantati che raccontavano amore, gioia, dolore, fiabe per grandi e piccini. Il tutto egregiamente presentato per introdurre il pubblico alla magia del canto!

Trascorsi quasi due ore immerso in una bolla di magia ... poi il concerto finì.

Per la verità continuò per tutta la durata del rinfresco, allestito nei locali del patronato a beneficio dei coristi e dei parrocchiani, e continuò, con note sommesse, anche sul sagrato della chiesa una volta che fu chiuso il patronato. E con esso anche la bolla di magia in cui continuavo ad essere immerso

Un po’ alla volta finestre e terrazze prospicienti si riempirono di ascoltatori richiamati dalla bellezza del canto che non era schiamazzo bensì una meravigliosa armonia.

Man mano che il tempo passava parrocchiani e coristi abbandonavano alla spicciolata la compagine per rientrare a casa; tuttavia, stregato da quella magia, rimasi ad ascoltare il coro che si assottigliava fino a ridursi a sole quattro persone.

E si erano fatte le cinque antelucane!

Qualche settimana dopo, assieme a tre amici del coro parrocchiale, mi recai presso la sala prove del Marmolada e chiesi di poter diventare un loro corista.

Da allora sono trascorsi quasi trent’anni ed ogni volta che siamo in concerto, che si sia di fronte ad un pubblico poco numeroso o in sale gremite oltremisura, che si canti in location prestigiose come la Basilica di San Marco o il Gran Teatro La Fenice oppure in luoghi modesti come il teatrino de “La stazione 35” di Carlos Barbosa in Brasile, ritrovo sempre quella magia.

E la cosa che mi stimola a continuare a cantare con il Marmolada è contribuire a trasmettere quella magia al pubblico che ci viene ad ascoltare così come la trasmisero a me.