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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Maggio 2019 - Anno 21 - N. 2 (80)

 

E canterà ...

 

Il 5 febbraio 2019 è andato avanti anche Ennio Cicogna, tenore primo già dal 1966 per poi interrompere  nel 1972 e riprendere nel 1996.

Ai famigliari dell'amico Ennio assicuriamo il ricordo di tutti i coristi del "Marmolada" di ieri e di oggi.

 

* * *

Purtroppo in quest'ultimo anno sono venuti a mancare tre coristi, tutti  in attività: Beppe Pellegrini (basso), Luciano Olivieri (tenore primo) e Ennio Cicogna (tenore primo), amici che abbiamo voluto particolarmente ricordare lunedì 6 maggio u.s. con una Santa Messa, celebrata da Padre Riccardo della Parrocchia dei Frari, nella sala prove dove anche loro sono stati presenti per molti anni.

È stata una cerimonia dedicata a questi nostri amici con la presenza del Coro Marmolada al completo e dei famigliari.

Abbiamo cantato e pregato per loro.

 

Pubblichiamo qui, unitamente a due immagini, la preghiera iniziale e quella di chiusura lette nell'ordine da Giorgio Nervo e da Roberto Frison.

 

 

Preghiera d'ingresso

Oggi con questa cerimonia desideriamo ricordare tutti i nostri amici coristi che sono andati avanti. In particolare ricordiamo Beppe Luciano ed Ennio che ci hanno lasciato in questi ultimi mesi. Tutti e tre erano coristi ancora in attività.

Il coro Marmolada non è solo una associazione musicale, ma anche una fucina di amici, anzi di fratelli. Il cantare e l’ambizione di farlo sempre meglio ci unisce e ci rinforza.

Il Marmolada quindi è una grande famiglia.

Questa famiglia è addolorata per la dipartita dei suoi fratelli, ancor più per le prolungate sofferenze che essi hanno patito.

Beppe ed Ennio erano entrati giovani nel coro, ma erano stati costretti ad abbandonarlo per motivi di lavoro. Non appena in pensione l’amore per il coro li aveva fatti ritornare.

Luciano da giovane prepensionato aveva approfittato della mancanza di impegni lavorativi per unirsi a noi.

Non erano solo appassionati di musica e della montagna, ma anche di cucina, sport e artigianato.

Affermare che loro erano ottimi padri di famiglia non è una ovvietà.

Erano mariti, padri e nonni affettuosi e ammirevoli. Raccontavano con soddisfazione le gioie che ricevevano da figli e nipoti.

Questi coristi non avevano parti da solista. Utilizzando un termine calcistico si può affermare che erano i mediani del coro. Contribuivano, anzi creavano, però la corretta melodia delle nostre esecuzioni, ed era un piacere immenso il cantare al loro fianco.

Ora li immaginiamo lassù ad intonare le conosciute melodie unitamente agli altri amici che li hanno preceduti.

Ma ci piace anche pensarli tra i ghiacciai incantati della Marmolada, immersi nel silenzio notturno, alla ricerca di Conturina, per unirsi al canto struggente che si alza dal cuore della montagna.

Ciao amici.

 

Preghiera di commiato

“Sono andati avanti”, è la frase che spesso usiamo nel nostro ricordare gli amici del coro che ci hanno lasciato. È il modo di dire degli alpini quando parlano dei commilitoni o dei compagni di strada deceduti, ormai assunto da quanti amano e frequentano i nostri monti.

A volte, con questo dire, pare quasi si voglia evitare di parlare della morte, esorcizzandola, rifiutandola dimenticando invece quanto questa faccia parte della vita di ognuno di noi.

Vita e morte si accompagnano, tutti noi ne facciamo esperienza, nei ricordi, negli affetti, nelle persone care e negli amici che ci hanno preceduto. Inevitabilmente ci fanno toccare con mano il mistero della morte, accompagnandoci perennemente nella nostra esistenza.

Nella memoria, riviviamo avvenimenti e attimi passati insieme.

Citando allora il poeta, Gibran*, trasformiamo in preghiera il nostro rivivere. 

 

Perché, cos'è morire, se non esser nudi nel vento e fondersi nel sole?

E che altro è non più respirare, se non liberare il respiro …

… perché possa levarsi ed espandersi e cercar Dio senza ingombri?

Solo quando berrete al fiume del silenzio canterete davvero.

E quando avrete raggiunto la sommità del monte, comincerete a salire.

E quando la terra esigerà le vostre membra, solo allora danzerete veramente.

Noi vorremmo conoscere il segreto della morte?

Come scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita?

 

Una vita, la nostra, la vita del coro, pregna, di relazione e di amicizia,

di armonie, di impegno e di festa.

Signore, ricordando oggi Beppe, Luciano ed Ennio ti preghiamo

affinché il nostro cantare diventi sempre dono,

proposta di cordialità e di serenità per quanti incontriamo,

messaggio di speranza e di concordia

per un concerto che sale ad unirsi con tutti gli amici coristi “andati avanti”.

Aiutaci ad accogliere i tuoi progetti,
anche quando sono umanamente incomprensibili,
con la certezza che ogni cosa in te ha significato.
Aiutaci a ricordare i bei momenti vissuti,

e per questo insieme a loro vogliamo cantare la tua grandezza!
Non solo con le parole, ma con la nostra vita.

Per questo ti preghiamo, confidando nell’intercessione di Maria,

madre Tua e madre nostra.

Amen

* Khalil Gibran, (Bsharre 6/01/1883 - New York10/04/1931).