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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Novembre - Dicembre  2019 - Anno 21 - N. 2-3 (81)

 

Un ascolto corale estivo

Congruenze e incongruenze

 

di Mario De Luca

 

Non si poteva perdere occasione trovandosi in montagna di andar ad ascoltare un concerto di uno dei Cori locali della valle dove ormai passo le mie vacanze da 30 anni..... ,  sarà il senso di appartenenza ad una generazione che ama il canto corale e il senso civico nel voler aiutare chi "lavora" per la salvaguardia di un patrimonio culturale insito nel nostro DNA.

Solo vivendo il lavoro che sta alle spalle di queste realtà culturali, a cui anch'io appartengo, si apprezza ancor più questi eventi, si comprendono le scelte musicali del maestro, si ausculta, si perché si impegnano più sensi che non il solo udito, l'impegno dei coristi e si vive il risultato di mesi di sforzi notando, anche nei visi di chi canta, la soddisfazione quando quanto eseguito viene gradito dal pubblico presente.

Ed è in questo lavoro e questo sforzo che mi si pongono delle domande nel momento in cui si "vivono" certe spiacevoli situazioni. Come corista partecipo all'amarezza dei presenti sul palco quando durante il concerto ed esecuzione di una canta vedo persone che continuano a entrare e uscire, persone che parlano, bimbi che urlano e corrono con genitori indifferenti, cani che abbaiano, cellulari che suonano.

Comprendo che la location, un pala-tenda del paese non fosse per l'acustica la migliore scelta.

Per questo, sapendo quanto in montagna sia vivo l'interesse per queste realtà (basta pensare che il Coro presentava nell'occasione 10 nuovi allievi entrati ufficialmente in formazione... ,  un evento straordinario eccezionale.... dove anche una sola "new entry" vien festeggiata in un coro come fosse la nostra festa del Redentore) e quanto sia anche interesse dell'amministrazione locale coltivare questi Cori, mi sorprende non sia stata data una sede più consona "bypassando" per una volta gli interessi della mera offerta turistica di ferragosto.

Potrà sembrar strano ma fra quelle persone che vengono a vivere l'evento spesso ci sono soggetti  dall'orecchio fine ed "educato" all'ascolto; allora, perché  non accontentare anche queste persone da un ascolto esigente?

Già si cerca di far molto in montagna cercando di mantenere e coltivare un evento ormai consolidato come "I suoni delle dolomiti" , perché allora non aiutare eventi come questi, sostenere chi vive nel proprio territorio per la salvaguardia della propria identità locale e non solo, permettendo l'esibizione in luoghi che, per la loro conformazione acustica, coinvolgano il pubblico in emozioni uniche.

Amareggia il dover ricordare ad un pubblico mordi e fuggi quel che dovrebbe essere la "netiquette" per tali eventi, ma di sicuro, sia un "miglior" luogo, sia il cortese invito al rispetto avrebbe maggiormente gratificato il sacrificio di quaranta persone che dedicano una parte del loro già tanto scarno tempo libero al mantenimento sostentamento di uno dei più preziosi nostri patrimoni.