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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Novembre - Dicembre  2019 - Anno 21 - N. 2-3 (81)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cima del Golico e il letto della Vojussa. Sulla piccola gola a sinistra sorgeva il villaggio di Perati (Perat)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il celebre ponte di Perati qualche mese prima della sua distruzione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I cippi di confine di quello che resta del ponte. Quello in primo piano è il confine Abanese, l'altro segna il confine Greco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se la “JULIA” non fesse ritorno...

 di Alessandro Zanon

Nel nostro giornale “Marmoléda” esiste una bella ed interessante rubrica, curata principalmente dall'amico Sergio, “Vi racconto un canto”.

Tra i canti raccontati ve ne sono due legati ad un unico doloroso episodio legato alla disfatta degli Alpini della divisione “Julia” presso il monte Golico al confine tra Albania e Grecia “Sul ponte di Perati” e la dolcissima “Il Golico” di Bepi de Marzi.

Quando il maestro ci ha insegnato”Il Golico” ho provato un'emozione fortissima.

Ma nessuna emozione vale quando si ha la fortuna di vedere i luoghi dove tutto questo si è svolto.

Mi trovavo questa estate in Albania in un itinerario di gruppo in cui ho scoperto questa terra ricca di paesaggi incantati, di luoghi storici, di buon cibo.

Dopo aver lasciato Durazzo ci dirigiamo verso sud, verso il confine della Grecia, per visitare il parco archeologico di Butrinto, il più grande sito archeologico dei Balcani e uno dei più belli dell'area del mare Adriatico, a pochi chilometri dall'isola greca di Corfù.

Guardo sulla cartina che ci è stata data dall'organizzazione e vedo che siamo nel territorio dove scorre il fiume Vijosa (Vojussa in lingua Italiano).

Chiedo quindi alla guida se mi può indicare il monte Golico ( che in albanese si dice Golik).

Lui prende il microfono e racconta a tutto il pullman la storia della Vajussa e del terribile episodio dell'annientamento della “Julia”.

Veniamo a scoprire che il fiume, lungo 272 chilometri, nasce in Grecia con il nome di Aoos e scorre in territorio ellenico per

 

 

circa 80 chilometri e poi si snoda  in Albania con il nome Vijosa sino a sfociare nel Canale di Otranto.

Al di là della cima del monte Golik che ora abbiamo alla nostra sinistra, in una piccola gola sorgeva sino al 1941 il villaggio di Perat o Parat, che non era bagnato direttamente dalla Vojussa ma da un suo affluente, il Sarantaporos.

Il fiume era sormontato da un ponte, il famoso Ponte di Perati, anch'esso distrutto che segnava il vero confine tra Albania e Grecia.

La guida, albanese, ci ha raccontato in modo dettagliato e preciso i fatti dell'ottobre 1941, concludendo che la morte dei nostri soldati, per quanto dolorosa ed infame ha avuto un esito positivo.

Il sacrificio degli alpini ha permesso alle altre forze del nostro esercito di scappare e di trovare rifugio in Albania.

I “vecchi” albanesi ancora ricordano con ammirazione questi soldati e li considerano fratelli perché con il sacrificio delle loro vite hanno in qualche maniera salvato altre vite.

(Non bisogna dimenticare che in Albania, durante la seconda guerra mondiale, tutta la popolazione ebraica è stata salvata - i morti sono solo 7- perché ancora oggi sia i fedeli cristiani ortodossi sia le comunità musulmane,  sunnite – quelli tradizionali- e mistici o “dervisci”, hanno un fortissimo senso di attenzione all'altro).

Il pullman di solito chiassoso con gente al cellulare e così via è ammutolito e la  guida ci ha fatto ascoltare al microfono “Sul ponte di Perati” eseguita da un coro e anche da me.

Al termine, nel silenzio più totale ho intonato piano, la parte del basso de “Il Golico”. Dentro di me provavo un'emozione fortissima specie dopo il piccolo applauso spontaneo di chi era vicino a me.

In uno dei miei primi articoli in questo giornale, citavo la lettera di Gramsci al figlio “ Figliolo, studia la storia”

Ho ancora davanti a me quel paesaggio. Non solo ho studiato ma ho vissuto una pagina di storia.

Ve lo consiglio.... fa bene al cuore!