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MARMOLÉDA - Periodico dell'Associazione Culturale Coro Marmolada di Venezia

Marzo 2021 - Anno 23 - N.1 (86)

 

 

E canterà . . .

 

In questo ultimo periodo due amici, due ex coristi ci hanno lasciato.

 

Il 29 dicembre 2020 Remigio Volpato, fondatore del Coro Marmolada nel 1949, ha raggiunto gli ormai numerosi coristi fondatori.

Remigio fu segretario del coro per i primi anni di vita del nostro complesso e a lui, attento "archivista" dobbiamo tutta la documentazione relativa a quegli anni.

Inoltre, organizzando incontri negli anni '50 fra il "Marmolada" e il Coro della S.A.T. di Trento, rimase poi in continuo contatto con quei coristi e ogni anno si recava a Trento per incontrarli in determinate occasioni.

A lui si deve anche la ricostruzione della nascita del "Marmolada", ricostruzione che si trova nel nostro sito a questo link:   https://www.coromarmolada.it/remigio.htm

  

 

L' 11 febbraio u.s. anche Toni Dittura è andato avanti.

Toni ha cantato nel "Marmolada" nella sezione dei bassi dal 2003 al 2010 e ha collaborato su "Marmoléda" anche dopo l'uscita dall'organico. Lo vogliamo ricordare con il primo articolo che scrisse esternando le sue emozioni nell'incontro con il "Marmolada".

 

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Ricordi sovrapposti, ma veri

 

di Antonio Dittura

 

Sì! Credo che questo sia veramente il ricordo più antico che ho del CORO  e, conseguentemente, di Lucio. E’ passato mezzo secolo da quella sera di dicembre. Nevicava.

Io e i soliti amici del Patronato eravamo andati al Concerto Natalizio del Marmolada a Ca’ Giustinian.

La Sala delle Colonne era piena e quando il Coro si è schierato, un religioso silenzio ha sottolineato gli attimi di attesa, prima di udire il titolo e le note della prima canta.

Come sempre Lucio aveva scelto un bel repertorio ed il pubblico aveva calorosamente applaudito tute le esecuzioni. Ma il bello non era ancora venuto.

Finalmente il presentatore annuncia l’ultima canta: ”Oggi è nato in una stalla“. Le luci in sala vengono abbassate e la scena della Natività si disegna nelle menti degli spettatori.

Straordinariamente le parole e la musica evocano delle immagini molto varie: in una prima scena si vede una stalla mutarsi per incanto in una bella sala. Ma la Madonna non riesce a scaldare il pargolo e, fra le lagrime ed i sospiri, si priva del velo per poterlo ricoprire. Ora  la gioia per la nascita del Re Novello esplode con le nuove note della canzone: “Viva, Viva il nato Re” “Viva il Re Messia, che ha donato a noi  Maria.” Poi questa esplosione di gioia  si tramuta in un calmo, sereno augurio di Buon Natale, che in quel momento nessuno si aspetta, ma che tutti gradiscono, perché è fatto col cuore, come fa ben capire il sorriso che Lucio e Coristi hanno sul volto ...

Da quella sera il mio primo impegno è stato quella di entrare nel Coro Marmolada e quando ci sono riuscito ho cercato di capire le motivazioni della scelta del repertorio di Lucio. Io credo che, al di là del gusto personale, ci sia sempre stata la gioia dell’interpretazione.

Mi spiego con un esempio.

Non ho mai cantato “Le voci di Nikolaiewca” se non diretta da Lucio stesso.

E nell’esecuzione di quella canta ho sempre avvertito una partecipazione emotiva, che faceva pensare che in quel momento Lucio “vivesse” veramente un’avventura del suo passato. E perciò è assolutamente vero, che il pezzo fosse gradito al pubblico soprattutto perché Maestro, Coristi e Spettatori provavano la stessa gioia.